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Con l’accordo Ttip arriverà anche lo shale gas americano in Europa. Parola di Obama

La visita di Barack Obama nel nostro Paese giunge in concomitanza con l’annuncio di solide prospettive di interscambio tra Italia e Stati Uniti. Numeri che potrebbero essere rafforzati sull’intero continente dalla stipula del Ttip, l’ambizioso piano di partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, rilanciato oggi a Bruxelles.

CON IL TTIP ARRIVA LO SHALE GAS
Nella conferenza stampa con i leader europei José Manuel Barroso ed Herman Van Rompuy, al termine del vertice Ue-Usa, il capo di Stato americano ha annunciato che le due parti si sono accordate sui passi per aumentare la crescita e che quando ci sarà l’accordo di libero scambio la concessione di licenze per “l’export del gas americano sarà più semplice“.

GLI EFFETTI GEOPOLITICI
Una notizia, ha voluto rimarcare Obama, “importante nel contesto geopolitico attuale“. “Gli Usa hanno già autorizzato l’esportazione verso l’Europa di gas naturale americano“, ha precisato il presidente degli Stati Uniti, parlando dell’importanza di ridurre la dipendenza energetica degli alleati dalla Russia.
Con questa mossa, già attesa da giorni, Washington mette a disposizione il proprio gas naturale per sganciare il Vecchio Continente dal ricatto energetico del Cremlino.
I ministri dell’Energia del G7 si sono impegnati a trovare “al più presto” il modo di diversificare le fonti di energia dell’Unione europea per far fronte alle difficoltà legate alla crisi ucraina, ha spiegato l’inquilino della Casa Bianca, ribadendo la disponibilità americana a esportare il gas di scisto nei Paesi europei.

L’IMPORTANZA DEL TTIP
Il Ttip – che in Italia sarebbe visto con favore anche da Confindustria – ha per gli Stati Uniti un’importanza strategica, come ha confermato un alto rappresentate del governo americano, di ritorno dalla capitale belga dove ha seguito nelle scorse settimane l’ultimo round negoziale con l’Ue. Da un lato la crisi ucraina, dall’altro la necessità di contenere quanto prima l’esuberanza cinese (una strategia di cui fanno parte sia il Pivot to Asia, lo spostamento del baricentro geopolitico di Washington in Far East, sia il Ttp, il trattato commerciale “gemello” che gli Usa promuovono con i Paesi asiatici, Pechino esclusa), hanno convinto il presidente Usa ad accelerare e superare le diffidenze di alcuni Stati europei come la Germania offrendo come contropartita la disponibilità ad esportare lo shale gas, che pure offre a Washington un determinante vantaggio competitivo.
Un piano che, tuttavia, vede ancora lo scetticismo di molti espertipoco convinti che i volumi di gas che gli Stati Uniti esporteranno possano sostituire, almeno in tempi brevi, quelli di Mosca (senza contare gli ostacoli tecnici come la carenza di rigassificatori).

I NUMERI DI SACE
Ma se tutto dovesse andare come auspicato da Bruxelles, a beneficiare del Ttip sarà l’intera Unione europea, ma in particolare Paesi esportatori come l’Italia, contraddistinta già da un forte legame commerciale con Washington. Con tassi di crescita dell’export che sfioreranno il 9% medio annuo nei prossimi quattro anni (2014-2017), gli Usa sono – secondo la società Sace – il sesto mercato estero nel ranking top market del gruppo assicurativo finanziario. Grazie all’accresciuta fiducia dei consumatori americani che tornerà ad alimentare la domanda interna, gli Usa traineranno le performance dell’export italiano verso i Paesi avanzati, nota la Sace: risultati sopra alla media sono attesi nei settori simbolo dell’Italian lifestyle e del Made in Italy, come i beni di consumo (+8,3%) e, ancora di più, l’agroalimentare (+9,4%).
Un potenziale di business che cresce e si rafforza dopo le turbolenze dell’estate scorsa, che impongono maggiore raziocinio e selettività nell’approcciare le economie emergenti e per Sace confermano la validità delle partnership storiche italiane, come quella con gli Stati Uniti.

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