Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Eni, Enel e Renzi. Che cosa succede tra Italia e Cina?

cina xi jinping

Non solo diplomazia, ma anche affari nella missione europea del presidente cinese Xi Jinping. Il leader di Pechino oggi è a Bruxelles, dove incontra i vertici dell’Unione europea, accompagnato da duecento manager e consiglieri economici. Il rapporto economico e commerciale tra i due mondi vale un interscambio da 400 miliardi di euro, ancora negativo se si guarda ad altre parti del mondo, ma nel quale l’Italia riveste un ruolo rilevante.

RECIPROCHE ASSENZE
Roma, però, non è stata inclusa nell’itinerario del leader, a differenza di Olanda, Germania, Belgio e Francia. Un’assenza che fa il paio con l’annullamento della visita, già programmata dal precedente governo retto da Enrico Letta, che il presidente del Consiglio Matteo Renzi avrebbe dovuto tenere in Cina il 7,8 e 9 aprile. Un viaggio solo rimandato, probabilmente a giugno, dopo che il premier avrà seguito in prima persona lo sviluppo degli impegni sulle riforme.

LE RELAZIONI ECONOMICHE
Assente per ora sul piano diplomatico, l’Italia è tuttavia ben presente nei piani economici di Pechino. Proprio mentre Xi firmava accordi in Europa, a Roma – ha scritto Paolo Panerai su Milano FinanzaItalia Oggi – “la Cina, attraverso la People’s bank, equivalente della Banca d’Italia” ha “acquistato il 2,102% di dell’Eni e il 2,070% di Enel, diventandone il secondo azionista“. Asset strategici per l’Italia e, ora, anche per la Repubblica Popolare.
Un investimento, quello in Eni ed Enel, prosegue Panerai, che doveva essere annunciato “durante la visita a Pechino della delegazione italiana“, ma “rischiava di avvenire con troppo ritardo rispetto agli investimenti in Francia” (ingresso di capitale cinese in Citroën-Peugeot, ndr). Quindi, con molta probabilità, “le autorità cinesi hanno deciso di superare subito il 2%, facendo diventare obbligatorio l’annuncio“.
Non è tutto. Renzi – come ha scritto Camilla Conti sul Messaggero – potrebbe avere un incontro (forse l’ha già avuto) con i manager di Alibaba. Secondo quanto riferiscono fonti finanziarie, “il colosso cinese dell’e-commerce avrebbe infatti chiesto udienza all’inquilino di Palazzo Chigi. Un appuntamento utile per conoscere il nuovo presidente del Consiglio e capire quali sono i margini di manovra per possibili investimenti nel nostro Paese“. Il prossimo passo del gruppo, che si appresta ad approdare in borsa, potrebbe essere lo sbarco in Italia.

I MOTIVI DELL’INVESTIMENTO
Tornando agli investimenti nel settore energetico, l’impegno cinese, rimarcano i giornali del gruppo Class Editori, è da leggere in un’ottica positiva: la Banca del Popolo, perché banca centrale “sceglie solo investimenti ipersicuri” e quindi il fatto che abbia acquistato più del 2% delle due società energetiche italiane “dà una sorta di patente di grande affidabilitàad Eni ed Enel. Non solo: la People’s bank poteva mantenersi al di sotto “rispetto a quel 2% che fa scattare l’obbligo di comunicazione alla Consob. Se lo ha fatto… è per far sapere a tutti che ha fiducia in due delle più importanti società italiane e quindi nell’Italia“.
Rita Fatiguso, sul Sole 24 Ore, lo considera invece “un messaggio crittato per Barack Obama, anche lui a L’Aja per il vertice sulla sicurezza nucleare: la Cina investe le sue immense liquidità in asset stabili in Europa, non ci sono solo i bond del Tesoro Usa. E per l’alleato Vladimir Putin: non c’è soltanto il tuo gas siberiano“.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter