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Finmeccanica, ecco i primi consigli a Mauro Moretti su Ansaldo Breda e Ansaldo Sts

La domanda rimbalza da tempo ai piani alti di Piazza Monte Grappa ed è ora al centro dei pensieri del nuovo ad del gruppo, Mauro Moretti, e dei piani del governo Renzi: Finmeccanica proseguirà o fermerà la vendita delle controllate nei trasporti?

IL RECUPERO INDUSTRIALE
Il dubbio non è peregrino. Se fino a qualche settimana fa l’uscita dal business ferroviario con la cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, così come previsto dal Piano industriale dell’amministratore delegato uscente Alessandro Pansa sembrava inevitabile, ora si potrebbe passare al loro recupero industriale attraverso un partner internazionale.

GLI AUSPICI DELL’UNITÀ
Della nuova strategia del gruppo ha scritto oggi l’Unità, che in un pezzo a firma di Massimo Franchi intravede la possibilità che ci sia “un rilancio del ferroviario, magari creando un polo unendo Ansaldo Breda con Firema (azienda in amministrazione straordinaria dal 2010 con 950 dipendenti), Officine ferroviarie veronesi (azienda che fa progettazione, anch’essa in amministrazione straordinaria da marzo) e l’ex Keller (ora New Sardinian Railway, costruttrice di carrozze)“. Il giornale fondato da Antonio Gramsci sottolinea come d’altronde Moretti “è lo stesso che prima di lasciare FS ha annunciato miliardi di investimenti, una parte dei quali dovrebbe andare nell’acquisto di nuovi treni per pendolari“. Molto meglio se, con una sorta di “partita di giro”, potrà comprarli da Finmeccanica.

LA SODDISFAZIONE DELLA UIL
Ad essere contenti del nuovo, potenziale, corso morettiano sono sicuramente le parti sociali, Uil in testa, che per voce del segretario nazionale della Uilm, Giovanni Contento, aveva espresso su queste colonne tutta la propria contrarietà ai piani dell’ex ad Pansa. “Finmeccanica – aveva detto – deve essere un player globale, attivo in tutti i settori ad alto sviluppo tecnologico come la logistica“. Per uscire dall’angolo, il sindacato caldeggiava l’entrata di capitali freschi di un’altra grande azienda di Stato, Fincantieri, e in caso di cessione delle Ansaldo, quantomeno un ruolo attivo di Cassa depositi e prestiti, con l’obiettivo di dare ossigeno alle aziende del settore trasporti in attesa di acquirenti seri.

LE PAROLE DI CONTENTO
Ora, con l’avvento di Moretti, la fiducia della Uil è decisamente aumentata. Ieri lo stesso Contento ha dichiarato che “confida nel lavoro” del nuovo ceo ed è pronto “a fare la propria parte“.
In vista dell’assemblea degli azionisti di Finmeccanica, che il prossimo 15 maggio eleggerà il manager alla guida del gruppo, il sindacalista ha spiegato che “dal nuovo ad ci aspettiamo un forte cambiamento sulle strategie industriali di Finmeccanica che devono puntare al rafforzamento del gruppo stesso in tutte le filiere di attività, mettendo così fine alla logica di dismissioni di interi settori industriali che hanno già creato forti danni sia economico-industriali che di immagine al gruppo“. “Difendere l’industria nel nostro Paese – ha proseguito Contento – è la sola condizione indispensabile per la ripresa economica“.

IL RUOLO DI PD E GOVERNO
La situazione però è complessa e coinvolge non solo Piazza Monte Grappa e le parti sociali, ma anche la politica, con il governo diviso sul da farsi. Che la partita si svolgesse tra il Nazareno e Palazzo Chigi lo aveva scritto pochi giorni fa Formiche.net, sottolineando come la linea Moretti, appena nominato alla guida di Finmeccanica dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, non fosse quella dell’ex premier Enrico Letta e si discosti ora con la strada maestra tracciata ed approvata dai ministri dello Sviluppo, Federica Guidi, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, i quali, lo stesso giorno della presentazione del piano alla comunità finanziaria circa un mese fa, hanno firmato un comunicato congiunto. Nella nota i due ministri avevano “condiviso” la strategia di concentrazione nei settori aerospazio, difesa e sicurezza affermando che “il deconsolidamento delle attività nei trasporti deciso da Finmeccanica rappresenta un elemento essenziale per il successo di tale piano”.

ECHI FRANCESI
Tuttavia, davanti al cambiamento di governance, anche la loro opinione potrebbe essere mutata. E a Piazza Monte Grappa potrebbe giungere un sostegno inaspettato (o un attacco decisivo), quello dei francesi di Alstom. Il gruppo transalpino, produttore del TGV, è al centro di un forte pressing da parte degli americani di General Electric. “La possibilità – scrive oggi Fabio Tamburini sul Corriere della Seraè  che GE finisca per conquistare la parte energia di Alstom, mollando la presa sui treni e consentendo a Hollande di spingere verso la nascita di un polo francese delle attività ferroviarie, che nascerebbe integrando la parte Alstom con Thales, forte nel segnalamento. E proprio quest’ultima è tra i candidati che si sono fatti avanti per Ansaldo Breda e Ansaldo Sts“.

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