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Quattro “Orsi” russi sopra l’Alaska e la California

Quattro bombardieri strategici russi hanno penetrato lo spazio aereo americano durante questa settimana. Il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord American (Norad) ha confermato la vicenda mercoledì.

Si tratterebbe di quattro TU-95 “Bear”, bombardieri nucleari a lungo raggio, supportati addirittura anche da due aerocisterne IL-78. Gli aerei sono stati individuati nei cieli americani intorno alle 04:30 di lunedì, sopra le Isole Aleutine, a largo dell’Alaska. A quel punto due F-22 della U.S. Air Force si sono alzati in volo in missione di intercettazione e, dopo averlo individuato, hanno accompagnato lo squadrone di bombardieri verso casa.

Successivamente, due degli “Orsi” hanno virato verso l’estremo Oriente russo – probabilmente diretti alla base strategica di Anadyr, dove sono di stanza diversi TU-95 – mentre altri due hanno continuato la loro rotta verso sud-est, penetrando alle 21:30 nella zona di difesa aerea degli Stati Uniti, sopra la California del Nord, dove sono stati intercettati e scortati fuori dello spazio aereo americano da due F-15.

Una mesata fa, sopra i cieli del Mare di Okhotsk, nord del Giappone, un SU-27 russo “scherzò” con un ricognitore RC-135 statunitense, passandogli un paio di volte a pochissima distanza e mostrando all’equipaggio americano i piloni armati di missili aria-aria. Sempre in quei giorni, altri due Tupolev 95 erano stati bloccati e scacciati nei cieli olandesi (se n’era parlato su Formiche).

Anche stavolta la missione dei quattro TU-95 a quanto pare era premeditata, condotta secondo piani ben precisi, dunque autorizzata: forse un’esercitazione, sicuramente una prova di forza e deterrenza di Mosca.

Nel mese di aprile era trapelata – e postata poi su Youtube – una conversazione telefonica tra Igor Nilokaevich Chubarov e Sergey Viktorovich Bakharev, rispettivamente ambasciatori russi in Zimbawe e Malawi. I due diplomatici parlando dell’annessione della Crimea e della crisi Ucraina, scherzavano sul piano di far innervosire Europa e Stati Uniti attraverso incursioni aeree di questo genere – parlavano di affermazione dell’«imperialismo russo», tra l’altro.

I russi non sono nuovi a questo genere di giochetti, tipici della Guerra Fredda, ma rimessi in atto negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi tempi – anche via mare, con azioni di navi spia, spostamenti di sottomarini e esercitazioni al limite delle acque internazionali.

Nonostante dall’Air Force abbiano minimizzato – anche forse per stemperare la tensione -facendo sapere che si tratta di procedure di addestramento note (la foto in questo articolo, risale ad un evento analogo del 2007), il veterano dell’esercito Thomas McInerney, generale ex capo del Norad, ha detto a Business Insider di non aver mai visto avvicinarsi così tanto i bombardieri russi, durante tutta la sua carriera, nemmeno al culmine della Guerra Fredda.

McInerney incolpa Obama, usando anche il proxy del precipitare della situazione in Iraq in questi giorni – «fallimento della politica irachena dell’Amministrazione» – per dire che «nessun presidente degli Stati Uniti è stato trattato con una tale mancanza di rispetto».

Obama in fondo, però, non può rispondere alle sue provocazioni, alla mostra di muscoli, al machismo di Putin: il Cremlino, da parte sua, pigia invece sull’acceleratore della guerra di propaganda.

@danemblog

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