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Ecco i risultati delle politiche di gestione dei rifiuti in Europa

sostenibilità

Cogliere gli obiettivi UE di gestione dei rifiuti potrà portare consistenti ricadute in termini economici e di occupazione. Ma alla luce del quadro attuale e degli obiettivi europei emersi dallo studio promosso dal Ministro dell’Ambiente e realizzato da Conai in collaborazione con Althesys possono essere ipotizzati due possibili scenari al 2020.

DUE SCENARI

Il primo, definito scenario teorico, ipotizza che tutti i Paesi europei raggiungano gli obiettivi per il 2020: almeno il 50% di riciclo dei rifiuti urbani e l’azzeramento del ricorso alla discarica. Il secondo, scenario prudente, tiene conto delle differenti situazioni di partenza e valuta in  modo più realistico il fabbisogno di infrastrutture per le varie opzioni di trattamento.

Nello scenario teorico l’aumento delle quantità avviate a riciclo nell’UE al 2020 sarebbe di 44,8 milioni di tonnellate, mentre la maggior quantità di rifiuti avviati a compostaggio sarebbe di 22,5 milioni. Il ricorso alla discarica si ridurrebbe di 71 milioni di tonnellate e le quantità di rifiuti termovalorizzati crescerebbero quindi di 37,5 milioni.

Nello scenario prudente, l’aumento del riciclo e del trattamento del materiale organico sarebbe rispettivamente di 21,2 e 10,8 milioni di tonnellate, mentre il ricorso alla discarica si ridurrebbe di 25 milioni. Il fabbisogno di nuova capacità di termovalorizzazione sarebbe di 22,3 milioni di tonnellate.

GLI STRUMENTI

Lo studio individua alcuni strumenti per avviare il processo di convergenza e raggiungere gli obiettivi. L’industrializzazione della filiera del riciclo e recuperi di efficienza nelle fasi di raccolta e selezione sono condizioni necessarie affinché i Paesi meno avanzati possano raggiungere i più virtuosi.

Per far crescere il riciclo, saranno necessari poi secondo lo studio del ministero dell’Ambiente investimenti in ricerca e sviluppo, in particolar modo per quei prodotti per i quali, ad oggi, sussistono le maggiori difficoltà.

GLI EFFETTI DELLE POLITICHE IN EUROPA

Nello scenario teorico, le ricadute economiche addizionali (volume d’affari diretto e indotto) generate nell’UE dal raggiungimento degli obiettivi sono stimate in oltre 136 miliardi di euro nel periodo dal 2013 al 2020.

L’occupazione aggiuntiva creata nello stesso periodo dal raggiungimento degli obiettivi è stimata in 874.000 addetti, di cui 609.000 derivano dalle attività di raccolta, trasporto, selezione e riciclo, al netto dell’occupazione persa nelle altre modalità di gestione, come ad esempio la discarica. I restanti 265.000 circa sono ascrivibili alla costruzione dei nuovi impianti di selezione, compostaggio, riciclo intermedio e termovalorizzazione.

Nello scenario prudente, dove gli obiettivi sono stati calibrati tenendo in considerazione le situazioni di partenza dei diversi Paesi, il giro d’affari aggiuntivo in Europa attribuibile al raggiungimento dei target è pari a 78 miliardi di euro dal 2013 al 2020. Il valore aggiunto generato è nel complesso di 24 miliardi di euro, di cui 7 per gli investimenti.

L’occupazione addizionale ottenuta grazie al raggiungimento degli obiettivi al 2020 è valutata in 432.000 unità, di cui 307.000 circa stabilmente occupati nelle attività di gestione dei rifiuti e 125.000 per la costruzione di impianti.

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