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Malaysia Airlines, ecco le prove dell’Intelligence Usa

Non ci sono ancora riscontri di un diretto coinvolgimento russo nell’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines, precipitato giovedì scorso in Ucraina con a bordo 298 persone.

Tuttavia, secondo funzionari dell’Intelligence Usa, Mosca avrebbe “creato le condizioni” perché ciò avvenisse, visto che ha fornito le armi ai separatisti.

I servizi segreti americani – riporta il Washington Post insieme ad altri media d’oltreoceano – hanno prove fotografiche e indiziarie che il disastro sia stato causato da un missile terra-aria SA-11, probabilmente sparato dai ribelli filorussi per sbaglio.

ukraine

(fonte: Wapo)

LE PROVE CONTRO I RIBELLI

Per Washington non ci sono dubbi: l’aereo è stato colpito da un’area controllata dai separatisti filorussi. E per gli Stati Uniti, come testimonia una lunga serie di riscontri elencati in una scheda informativa del Dipartimento di Stato, nonostante i dinieghi è Mosca ad avere fornito loro i missili terra aria senza i quali i ribelli non sarebbero stati in grado di causare un danno di tale portata.
Vi sarebbero inoltre diverse intercettazioni telefoniche raccolte dall’intelligence di Kiev che testimonierebbero un collegamento diretto tra quanto accaduto e gli indipendentisti.

LA PRESSIONE SU MOSCA

Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva detto che le probabilità che il missile fosse stato sparato dai separatisti erano molto alte, auspicando un’indagine rigorosa e indipendente per fare luce sulla questione e chiedendo a Mosca di assumere un atteggiamento più responsabile, che però parrebbe non esserci. I servizi segreti americani hanno rilevato che il flusso di armi e rifornimenti del Cremlino ai ribelli starebbe continuando anche dopo il disastro aereo. “Non crediamo si siano fermati”, hanno detto i funzionari.

NUOVE SANZIONI?

Ciò potrebbe aprire la strada a nuove sanzioni americane ed europee con Germania, Regno Unito e Francia a fare da apripista. Ancora incerta, invece, la posizione dell’Italia, che per questo è stata duramente criticata sulla tv americana dal politologo Zbigniew Brzezinski, consigliere per la sicurezza nazionale durante la presidenza di Jimmy Carter (qui il video). Un’opinione che pesa, dal momento che Brzezinski è ancora uno dei consiglieri più ascoltati dell’Amministrazione Usa, nonché professore di relazioni internazionali alla Johns Hopkins University e membro dell’advisory board del Center for Strategic and International Studies. Roma “è un problema”, ha detto sottolineando l’atteggiamento accondiscendente del governo italiano nei confronti della Russia in relazione alla crisi ucraina. Proprio ieri, al termine del consiglio Esteri tenuto a Bruxelles, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha però provato ad aggiustare il tiro, dichiarando che se il governo di Mosca non dimostrerà di voler collaborare nell’inchiesta sull’incidente aereo, l’Ue decreterà nuove misure sanzionatorie contro Mosca.

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