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Ecco il vero stato di salute delle banche tedesche

Dal consuntivo 2013 dei primi 8 gruppi bancari tedeschi si traggono due rilevanti indicazioni. La prima è costituita dalla forte riduzione dell’attivo (-15% a livello aggregato, -10% escludendo Deutsche Bank). Si tratta di una tendenza rilevabile in molti paesi soprattutto per le banche di grande dimensione, ma certamente in Germania decisamente intensa. La seconda indicazione è relativa al risultato economico: in un contesto complessivamente avaro di soddisfazioni (in media -32%, in certa misura dovuto anche al minore volume di attività), cresce il ritardo delle banche in difficoltà.

Il processo di risanamento del sistema bancario tedesco ha beneficiato (e presumibilmente beneficerà ancora) di un favorevole contesto macroeconomico. Inoltre, diversamente da molti altri paesi, il mercato immobiliare non è caratterizzato da significativi eccessi di offerta, sia nella componente residenziale sia in quella commerciale. Secondo il più recente rapporto di previsione predisposto dalla Commissione Europea nel 2014-15 la Germania dovrebbe sperimentare una sostenuta crescita economica (+1,8% nell’anno in corso, +2% nel prossimo), mezzo punto percentuale in più rispetto alla media dell’eurozona. A qualificare in senso positivo il biennio è anche l’articolazione dei drivers di sviluppo: alla conferma del dinamismo delle esportazioni (+ 5,3% annuo) si dovrebbe affiancare un soddisfacente sviluppo dei consumi (+1,2%) e una solida crescita degli investimenti fissi (+4,5%).

Questo scenario favorevole si è tradotto per il sistema bancario in un rilevante bonus il cui rilievo si può cogliere sul fronte del portafoglio prestiti, ove il deterioramento appare molto limitato e quando si verifica ha motivazioni esclusivamente settoriali. I dati a disposizione indicano che l’incidenza dei prestiti non performing si è mantenuta in questi anni intorno al 3%, con una tendenza alla diminuzione, attestandosi al 2,9% nel 2012 (ultimo disponibile). Si può stimare che nel 2013 le 12 maggiori banche tedesche (60% del sistema bancario nazionale) abbiano complessivamente effettuato accantonamenti a fronte del rischio di credito nell’ordine dei €6-8 mld, confermando il trend discendente in atto dal 2010; per confronto in Italia nel 2013 i 5 gruppi maggiori (meno della metà del sistema) sono stati costretti ad accantonare quasi €26 mld, €7,5 in più dell’anno precedente.

Di questo favorevole contesto si trovano solo limitate tracce a livello di redditività, in parte perché il perdurante scenario di modesti rendimenti condiziona negativamente la dinamica del margine d’interesse che per due terzi del sistema bancario tedesco costituisce l’80% circa dei ricavi totali. Pesa però anche una struttura di costi che nel triennio 2010-12 ha assorbito in media il 64% del reddito operativo. In questo triennio sono stati chiusi quasi 2.400 sportelli con una riduzione del personale di circa 13mila unità.

Si deve osservare che quest’ultima riduzione è inferiore a quella realizzata nello stesso triennio in Italia, paese che conta un numero di addetti bancari pari a meno della metà di quelli della Germania (a fine 2012, 308mila rispetto a 633mila).

Leggi l’intera analisi sul focus Bnl

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