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Antonio Maria Rinaldi rampogna la voglia di Troika di Draghi

Draghi, Bce, vigilanza

“Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati”. Tutto dipende dalla “incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti”.

A lanciare questo fendente contro l’Italia a poche ore dai dati Istat che certificano il ritorno del Paese nel buio della recessione non è un “falco” tedesco, ma il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenuto al termine del direttivo odierno dell’Eurotower che si è tenuto a Bruxelles

Parole che Antonio Maria Rinaldi, docente di Finanza Aziendale all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara e autore del pamphlet “Europa Kaputt – (S)venduti all’euro”, commenta così con Formiche.net: “Non possiamo chiedere a Draghi di salvare ciò che non può, non è suo compito e non ne ha gli strumenti”.

Se, secondo Draghi, “per i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”, secondo Rinaldi, presidente del movimento Riscossa Italiana e uno dei più convinti sostenitori italiani di un abbandono controllato e concordato della moneta unica da parte della Penisola, “l’Italia è commissariata da tempo”.

È “dal 7 febbraio del ’92 – incalza il docente anti-euro – che l’Italia ha perso sovranità, da quando abbiamo firmato il trattato di Maastricht, che in molti punti sconfessa anche la nostra Costituzione. Credevamo che vincoli esterni avrebbero fatto bene all’Italia, consentendole di riformarsi e invece non è andata così. Il problema è che la nostra classe dirigente – compreso Draghi – non capisce che è il modello di riferimento economico a cui abbiamo affidato la costruzione europea che è errato. Gli stimoli monetari – aggiunge riferendosi all’operato della Bce – non sono più sufficienti per arginare la situazione di crisi, come dimostra la nuova recessione ormai conclamata”.

È tempo, conclude Rinaldi, che si pensi “agli interessi del nostro Paese e non ai diktat imposti da Bruxelles e Francoforte”.

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