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Alitalia va via da Caselle, inutile piangere sugli slot versati

Alitalia non volerà più da e per Caselle, l’aeroporto di Torino. Certo. Molti utenti business preferiscono i treni ad alta velocità per spostarsi da Torino a Roma. E i collegamenti con gli scali del fu Regno delle due Sicilie, quelli, ahimè non possono considerarsi redditizi se non nelle feste comandate quando Alitalia ha sempre fatto carne di porco degli emigranti che tornavano al paesello.
Con Ethiad, dunque, che razionalizza l’ircocervo Alitalia non c’è scampo per uno scalo che peraltro ha visto nel tempo diminuire anche il business ricco di Fiat e dell’indotto. Ora è pur vero che Torino ha registrato un incremento di visitatori, sull’onda delle Olimpiadi 2006 che hanno cambiato faccia al capoluogo sabaudo, ma questi vengono con le proprie compagnie di bandiera, quelle serie che portano altrove e riportano a casa, facendosi suolo patrio volante, i propri connazionali. Come Air Turkish ad esempio. Alitalia non è mai stata in grado di essere competitiva con questi vettori.
Insomma, è inutile piangere sugli slot versati. Tuttavia una cosa non ho mai capito. Visto che l’alta velocità ha iniziato a competere come offerta sostituta sulla tratta Torino – Roma, qualche mente eccelsa di Alitalia mi sa spiegare come mai il primo volo a essere cancellato fu quello delle 6.50 del mattino l’unico che permetteva di arrivare a Roma in tempo per il primo appuntamento del mattino alle 9, quello che batteva sul tempo qualsiasi Freccia?

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