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Il Corriere della Sera strattona gli azionisti Marchionne e Della Valle

Non è uno spettacolo di tutti i giorni quello in cui un quotidiano redarguisce amabilmente due suoi azionisti, diretti o indiretti che siano. Per questo oggi è un giorno davvero speciale, e non solo per il Corriere della Sera.

Onore e merito dunque al quotidiano di via Solferino che non finisce di stupire. Specie da quando è in una sorta di limbo direttoriale: Ferruccio de Bortoli è in uscita concordata con Rcs e parteciperà alla scelta del suo successore in accordo con la proprietà, questo l’accordo che è stato trovato tra le parti. Un accordo tra l’inusuale e il bislacco, ma evidentemente il decisionismo non alberga nel condominio di via Solferino, dove gli inquilini appaiono un po’ bizzosi, irosi e a volte pure confusi.

(QUANDO DE BORTOLI E SCOTT JOVANE ANDAVANO D’ACCORDO. LE FOTO DI PIZZI)

Così ci pensa la direzione del quotidiano a ricordare le buone maniere e a impartire lezioni di bon ton borghese (uh, che parola desueta, scusate) a proposito del siluramento di Luca Cordero di Montezemolo dalla Ferrari per decisione di Sergio Marchionne criticata da Diego Della Valle (“Prima di offendere inizi a pagare le tasse in Italia“). Ecco quello che scrive Dario Di Vico, con un commento nelle pagine interne che ha un richiamo in prima:

Da cronisti dobbiamo registrare un tasso di litigiosità del nostro capitalismo che sorprende per continuità e veemenza. Sergio Marchionne e Diego Della Valle rappresentano due realtà industriali pienamente coinvolte nella sfida globale, due aziende che hanno come primo riferimento il mercato nelle vesti di un cliente finale sempre più «infedele» ed erratico nelle sue scelte. Ma oltre a battersi ogni giorno per migliorare la propria offerta, per salire nella catena del valore, per incrociare le formule commerciali più convenienti, Marchionne e Della Valle hanno un peso nella formazione dell’opinione pubblica che va ben al di là del fatturato che fanno registrare nella penisola. Quando uno dei due parla l’attenzione è elevata, il confronto con la politica diventa immediato e stringente e come è naturale che avvenga fioriscono anche i retroscena e le interpretazioni più varie. 
Insomma, anche se non va più di moda parlare di borghesia perché siamo diventati una società poliarchica, i due rappresentano delle «voci forti». Orientano oppure dividono, ma non passano mai inosservati. Per questo motivo su di loro ricade in qualche maniera una responsabilità che oseremmo definire «pubblica». Le classi dirigenti di questo Paese in un momento così complicato non possono dimettersi”.

Ben detto. E complimenti per il coraggio di Di Vico e di de Bortoli a mettere per iscritto questi pensieri civili. Non succede sovente, anzi quasi mai, che un quotidiano si permette di sollevare qualche rilievo critico a due azionisti, visto che sia Sergio Marchionne, indirettamente come capo azienda della Fiat, sia Diego Della Valle direttamente con i suoi soldi sono persone influenti nell’azionariato di Rcs Mediagroup, che edita il Corriere della Sera.

(DE BORTOLI E ALTRE GRANDI FIRME DEL GIORNALISMO NELLE GALLERY DI PIZZI)

Ma da lettori decennali dei quotidiani non ricordiamo troppi commenti che mettevano in guarda sulle campagne stampa anti Casta (ovviamente in primis la Casta dei politici, ovvero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, e al massimo di qualche mandarino di Stato e di molti consiglieri di Stato) avviate anche dai principali organi di stampa del Paese. Anzi, ricordiamo quanto ha detto tempo fa Massimo Mucchetti, già all’Espresso, poi inviato e vicedirettore del Corriere della Sera, e ora senatore del Pd, sulla strategia mediatica e giornalistica orchestrata da Paolo Mieli e Luca Cordero di Montezemolo; una strategia – secondo Mucchetti  votata all’anti Casta che invece di arare il terreno per l’avvento politico del movimento montezemoliano Italia Futura – come nelle intenzioni del rizzoliano Mieli, secondo Mucchetti – ha di fatto reso fertile il campo per frutti raccolti in particolare dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

(DELLA VALLE MISTER COLOSSEO OLTRE CHE MR. TOD’S. TUTTE LE FOTO DI PIZZI)

Ecco, quella funzione pubblica dell’élite borghese – oggi enunciata encomiabilmente da di Vico – non sempre i giornali borghesi l’hanno svolta come avrebbero potuto. Senza rivangare la storia, tra giustizia e ingiustizie, di Mani Pulite.

(CHI FESTEGGIAVA IL TRENO ITALO DI NTV CON MONTEZEMOLO. LE FOTO DI PIZZI)

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