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Ecco il piano dell’Onu per fermare i foreign fighter

Il jihadismo della porta accanto rappresenta un richiamo sempre più forte per i figli smarriti dell’Occidente, tanto da aver spinto la comunità internazionale a prendere molto seriamente il fenomeno.

Ne ha discusso la Nato, che sta dedicando ai cosiddetti foreign fighters un ampio dibattito; prenderà a breve iniziative l’Onu, che è pronta a definire un piano d’azione per impedire che combattenti occidentali partano in Siria o Iraq per offrire le loro braccia e la loro vita alla “guerra santa” islamica, ma soprattutto che questi possano tornare nelle loro città per commettere attentati.

LA RISOLUZIONE ONU

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prevede di chiedere in modo esplicito ai Paesi di “prevenire e sopprimere” il reclutamento e gli spostamenti dei jihadisti “dagli occhi azzurri”. Per farlo, nel pomeriggio di lunedì 8 settembre gli Stati Uniti hanno fatto circolare tra i 15 membri del Consiglio una bozza di risoluzione – visionata da Reuters – e si augurano che possa essere adottata nella riunione ad alto livello che sarà presieduta dal presidente Usa Barack Obama il 24 settembre.

CONSENSO UNANIME

Il consenso sulla bozza, stando a fonti diplomatiche rimaste anonime, pare essere unanime. Il progetto di risoluzione è articolato in base al capitolo 7 della Carta dell’Onu, che lo rende vincolante per i 193 Stati membri delle Nazioni Unite e dà al Consiglio di sicurezza l’autorità di comminare sanzioni economiche o prevedere l’uso della forza (anche se il testo non impone l’utilizzo dello strumento militare per contrastare la situazione). La pericolosità del fenomeno riguarda un po’ tutti i Paesi occidentali, ma non solo: anche la Russia – sempre più preoccupata delle relazioni pericolose tra i terroristi ceceni e l’Islamic state – è pronta a intervenire.

CHE COSA DICE LA BOZZA

Il piano prevede che tutti in tutti i Paesi dell’Onu, in linea con il diritto internazionale umanitario, dei diritti umani e dei rifugiati, diventi illegale per i cittadini recarsi all’estero, raccogliere fondi o facilitare il viaggio di altri individui all’estero “ai fini della perpetrazione, pianificazione, preparazione o la partecipazione ad atti terroristici o della ricezione o la fornitura di formazione terroristica”. Un passo già intrapreso da David Cameron, che solo pochi giorni fa ha presentato alla Camera dei Comuni la via britannica per fermare i foreign fighters.

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