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Commissione Juncker, chi esulta e chi no

Il presidente designato della Commissione europea Jean Claude Juncker ha presentato oggi la squadra dei suoi 27 commissari (9 le donne). Sette sono i vice presidenti: l’olandese Frans Timmermans avrà il portafoglio per il miglioramento della normativa, le relazioni istituzionali, lo stato di diritto e la Carta dei Diritti Fondamentali; la bulgara Kristalina Georgieva, commissario al bilancio, il finlandese Jyrki Katainen commissario all’occupazione, crescita e lavoro, il lettone Valdis Dombrovskis commissario all’euro e al dialogo sociale, la slovena Alenka Bratušek commissario per il mercato dell’energia, l’italiana Federica Mogherini Alto Rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza, l’estone Andrus Ansip responsabile dell’Agenda digitale.

NOMI E NAZIONALITA’

Ai commissari, che ricopriranno anche l’incarico di vice presidenti, si aggiungono il francese Pierre Moscovici che si è aggiudicato uno dei portafogli più importanti ovvero gli affari economici e finanziari, la romena Corina Crețu che conquista le politiche regionali (portafoglio che nei prossimi anni gestirà centinaia di miliardi di fondi Ue), per quanto riguarda invece l’agricoltura (altro portafoglio ricco di fondi) andrà all’irlandese Phil Hogan.

Inoltre la belga Marianne Thyssen si occuperà di affari sociali e mobilità, il lituano Vytenis Andriukaitis di salute, lo spagnolo Miguel Arias Cañete sarà responsabile dell’azione per il clima e la politica energetica, il greco Dimitri Avramopoulos seguirà l’immigrazione e gli affari interni, la polacca Elżbieta Bieńkowska sarà commissario al mercato unico e l’industria, l’austriaco Johannes Hahn si occuperà della politica di vicinato e dei negoziati per l’allargamento, l’inglese Jonathan Hill di servizi finanziari, la ceca Vĕra Jourová sarà commissario alla giustizia, la svedese Cecilia Malmström al commercio, alla Croazia con la nomina di Nevem Mimica va il portafoglio per la cooperazione internazionale, il portoghese Carlos Moedas si occuperà di ricerca e innovazione, l’ungherese Tibor Navracsics avrà la delega a scuola, cultura e giovani, il tedesco Gunther Oettinger commissario per l’economia digitale, lo slovacco Maroš Šefčovič sarà responsabile dei trasporti, il cipriota Christos Stylianides si occuperà di aiuti umanitari, a Malta con il commissario  Karmenu Vella va il portafoglio pesca e affari marittimi, alla danese Margrethe Vestager l’importante portafoglio della concorrenza.

L’ITALIA E IL CONFRONTO CON LA POLONIA

Guardando la lista salta all’occhio quella che possiamo chiamare “la vittoria polacca“, infatti oltre al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (designato nel corso del vertice del 30 agosto), i polacchi portano a casa il portafoglio industria. Voci di corridoio “bruxellesi” riferiscono che se il premier Matteo Renzi non avesse puntato sull’Alto Rappresentante e avesse sostenuto la candidatura di Enrico Letta (ben vista nelle corti europee) a Presidente del Consiglio europeo, avremmo potuto essere noi i “polacchi” della situazione. Invece abbiamo l’Alto rappresentante che in termini pratici equivale a un ministero senza portafoglio, però il governo può sfoggiare il grande prestigio che rappresenta questa posizione. Dice un addetto ai lavori in maniera un po’ brutale: possiamo dire che siamo seduti su una bella poltrona comoda e spaziosa ma non gestiremo fondi, quelli li gestiranno gli altri.

LE PAROLE DI JUNCKER

Inoltre stando a quanto detto da Juncker in conferenza stampa, lui considererà il Vice Presidente Timmermans “il suo braccio destro“: ha ribadito infatti che “sarà più di un collaboratore“, sarà in sostanza il suo primo Vice Presidente, quindi la Mogherini sarà solo “il volto diplomatico dell’Europa nel mondo“.

VITTORIA POPOLARE

La composizione della Commissione segna inoltre un’altra vittoria dei Popolari che “si aggiudicano“ 13 commissari contro gli 8 socialisti, i 5 liberali e 1 commissario per i conservatori e riformisti europei.

I PROSSIMI PASSI

Adesso la parola passa all’Europarlamento che dovrà “vagliare“ prima le competenze dei singoli commissari nelle cosiddette “audizioni“ presso le commissioni competenti, e poi votare in sessione plenaria la nuova Commissione europea.

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