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La guerra fredda tra Fitto e la Troika di Forza Italia

I toni sono pacati e sereni. Ma le stilettate arrivano comunque. La guerra fredda tra Raffaele Fitto e l’apparato centrale di Forza Italia continua.

Nel corso della conferenza stampa ieri in piazza San Lorenzo in Lucina (FOTO), Altero Matteoli, presidente della commissione istituita ad hoc sulle Regionali, non si è sforzato troppo di dare un messaggio di novità al popolo azzurro, o moderato. La parola d’ordine è “vecchia coalizione”, con l’obiettivo di riproporre le alleanze già viste in passato con Casa delle libertà prima e Pdl poi.

Nella formula “usato sicuro” di Forza Italia, non c’è spazio per le novità partecipative chieste a gran voce da Fitto. Sì, “non ci impicchiamo al no preventivo alle primarie – dice Matteoli che si professa nettamente contrario a questo metodo di selezione – ma il primo obiettivo è trovare il candidato facendo senza”. In pratica calandolo dall’alto, come fa notare garbatamente l’europarlamentare pugliese in una nota sul suo blog: “Le scelte che escludono la nostra gente non faranno altro che alimentare quel clima di delusione che, al contrario, andrebbe combattuto ad ogni costo”. In questa sua battaglia pro primarie, Fitto può contare sul sostegno esterno del leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, da sempre favorevole a questo tipo di strumento, e del segretario della Lega Matteo Salvini, rottamatore verso leaderismi del passato, come del resto dimostra il suo comportamento non certo reverenziale verso Umberto Bossi.

Ecco allora che le due logiche che Forza Italia è fiduciosa di “riassorbire con l’unità” restano contrapposte, come fa notare Fitto. Da una parte, i ‘ribelli’ che “credono che, attraverso un’opposizione chiara e netta alle politiche del governo Renzi e attraverso la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, si possano ritrovare le ragioni di uno spirito unitario capace di darci nuovo slancio e prospettive di vittoria. Altra tesi, altrettanto legittima è quella di chi crede che una compassata e ordinata gestione dei rapporti tra partiti, in impegnative riunioni romane, possa produrre risultati positivi”.

E in questa partita Puglia vs. Roma che continua da mesi, Matteoli ha già fatto sapere chi alla fine vincerà: “Non decidono le regioni ma noi, cioè il partito, insieme agli amici delle altre forze politiche”.

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