La vice segretaria Debora Serracchiani, la più presente e attiva nella rappresentazione della linea del Partito Democratico, dopo Matteo Renzi naturalmente, è intervenuta maldestramente nei difficili rapporti tra Forza Italia e Nuovo Centrodestra, dando ragione a Silvio Berlusconi quando liquida come inutili traditori Alfano e gli altri che ruppero con lui l’anno scorso per rimanere nel governo e nella maggioranza delle cosiddette larghe intese. Inutili, secondo Berlusconi, perché il governo sarebbe nella sostanza un monocolore del Pd, nel quale Alfano ed amici non avrebbero alcun peso politico, per quanti incarichi ministeriali siano riusciti a conservare nel passaggio, a Palazzo Chigi, da Enrico Letta a Renzi.
Intervistata da Repubblica sulla possibilità e sugli effetti di un eventuale voto favorevole, ma soprattutto determinante, di Forza Italia al Senato sulla riforma del mercato del lavoro, comprensiva della disciplina dei licenziamenti, la Serracchiani ha detto, testualmente: “Se qualcuno prende atto che il jobs act è un passo avanti importante per il nostro Paese, ben venga. Forza Italia – ha continuato la vice segretaria del Pd – come il Nuovo centrodestra o i grillini”.
Il Pd insomma, sempre secondo la Serracchiani, è pronto ad accettare tutti i voti “aggiuntivi” ai suoi, che però al Senato non bastano notoriamente a garantire la maggioranza al governo.
Se questa sortita è stata un’autorete involontaria, è grave, viste le funzioni imprudentemente affidate dal segretario del Pd alla presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, che con tutta evidenza ha troppo da fare per misurare bene parole e concetti. Se è stata una sortita volontaria, è un incidente gravissimo. Anzi, una vera e propria provocazione, che potrebbe creare problemi assai seri a Renzi e al governo, peraltro in un passaggio parlamentare delicatissimo.
Francesco Damato
