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Troppi silenzi su Isis

Pubblichiamo grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori e dell’autore, l’articolo di Massimo Tosti uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi.

La minaccia dello Stato islamico sembra che sia sparita. Di certo è sparita dai giornali, impegnati totalmente dal dibattito sulla manovra di Renzi, dalle polemiche sulle alluvioni e dal rischio ebola (che è certamente inferiore a quello del terrorismo). C’è, in questo, una pesante responsabilità degli organi di stampa, che seguono la cronaca con attenzione variabile, dettata dai sentimenti (e non dalle notizie). Ieri molti giornali hanno ignorato perfino la riunione del Consiglio supremo della difesa, riunito al Quirinale sotto la presidenza di Napolitano. E non è che il Csd abbia sottovalutato il pericolo rappresentato dall’Isis. Tutt’altro. “La pressione militare dell’Isis in Siria e in Iraq”, afferma il comunicato finale, “implica rischi rilevanti per l’Europa e per l’Italia”. Di conseguenza, “è quindi necessario che l’Italia, insieme a Nazioni Unite e Unione europea, consideri con estrema attenzione gli eventi in corso ed eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l’ulteriore destabilizzazione della Libia”.

Il Califfato sta allargando i propri confini. In Siria è vicino alla conquista della città di Kobane. In Iraq avanza verso Bagdad. Noi italiani dobbiamo temere soprattutto i foreign fighters, gli jihadisti con passaporto europeo che, al rientro dai fronti di guerra, possono dedicarsi ad atti terroristici anche in casa nostra. Il Consiglio di difesa ha posto l’accento sulla necessità di adeguare le nostre Forze armate e l’organizzazione europea della sicurezza (competenza del commissario Mogherini). Da soli non ce la possiamo fare, mentre l’Europa rigorista è piuttosto distratta da tutto ciò che non riguarda il pareggio dei bilanci. È indispensabile rafforzare le strutture di intelligence e, persino, gli armamenti militari. Nella videoconferenza dell’altra sera fra Obama e i principali leader europei (compreso Matteo Renzi) si è discusso dell’emergenza ebola, ma si è parlato anche dell’Isis. E Barak Obama ha avvertito che lo sforzo militare è ancora “nella fase iniziale”. La guerra sarà lunga: chissà se i giornali italiani ce la racconteranno. O se, invece, si faranno distrarre da argomenti più leggeri e meno inquietanti.

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