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L’Economist: basta allarmismo su Ebola, per favore

Le teorie di un complotto attorno a Ebola sono diventate virali. La disinformazione e il panico trovano spazio sui social network e i media internazionale. Negli Stati Uniti, dopo la morte di Thomas Eric Duncan in Texas, Ebola è diventato il principale incubo dell’attualità.

EBOLA, ARMA DELL’ISIS

I programmi di approfondimento della Cnn affiancano l’epidemia alla minaccia terroristica dei jihadisti. “Può diventare il virus Ebola un’arma dell’Isis?”, continuano a chiedere presentatori e giornalisti agli analisti.

Ad aumentare il panico ci sono anche i politici. Il più allarmista è il senatore repubblicano del Kentucky, Rand Paul. “A quanto pare il giuramento di Ippocrate non prevede il mantenere la calma sulla trasmissioni delle malattie: il dr. Paul (oculista, oggi senatore) è apparso nei talk show-radiofonici sostenendo che quando Barack Obama o i suoi scienziati dicono che Ebola è difficilmente trasmissibile, stanno mentendo. O, come dice lui, stanno minimizzando il rischio che Ebola potrebbe diffondersi in tutta l’America per ragioni di correttezza politica”. La critica arriva dall’Economist, che oggi ha pubblicato un appello per fermare l’allarmismo attorno al virus.

CONFRONTO POLITICO

Ebola è diventato il nuovo oggetto di accuse. L’Economist ricorda che il primo attacco c’è stato ad agosto, quando il senatore dell’Arkansas Mark Pryor ha accusato il suo avversario repubblicano, Tom Cotton, “di votare contro una proposta di legge di prevenzione (trascurando di menzionare che il signor Cotton poi ha votato per una versione diversa della stessa fattura)”. I democratici stanno utilizzando la crisi di Ebola per fare critiche ai tagli alla spesa pubblica, al sistema sanitario e agli aiuti umanitari dall’America all’estero.

QUESTIONE DI PARTITO

Un nuovo sondaggio del Pew Research Center sostiene che è l’alleanza politica a dare fiducia: “Con Obama alla Casa Bianca i repubblicani sono molto più scettici sulla capacità del governo di evitare un’epidemia di Ebola negli Usa. Nel 2005, invece, i repubblicani erano molto più sicuri rispetto ai democratici sulla capacità del presidente George W. Bush di controllare l’influenza aviaria”.

FERMARE I VOLI DALL’AFRICA?

Nonostante il governo americano ha annunciato screening di Ebola nei passeggeri che arrivano dall’Africa occidentale, molti politici chiedono misure più drastiche. Il senatore Paul, ad esempio, è uno dei promotori della sospensione dei voli provenienti dai Paesi colpiti dall’epidemia. Il governatore della Louisiana, Bobby Jindal, ha insistito che “bisogna proteggere il popolo americano”. Si dimentica però che la maggior parte delle rotte dall’Africa in America fanno lo scalo in Europa e questo rendere praticamente impossibile chiudere l’Atlantico.

CHI RIPORTA LA CALMA

Ma c’è, per fortuna, anche chi riporta la calma. Il direttore del direttore dei Centri per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, Tom Frieden, e Anthony Fauci, capo del National Institutes of Health, sono impegnati in un tour televisivo spiegando come sconfiggere l’allarmismo e perché Ebola “sarebbe una bio-arma inefficiente” per i terroristi dell’Isis. Il governatore repubblicano del Texas, Rick Perry, continua a ripetere che gli Stati Uniti è uno dei Paesi più attrezzati al mondo per fare fronte a questa emergenza. Secondo l’Economist “ha ragione e non dovrebbe essere necessario dirlo”.

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