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Perché Federterme incalza sindaci e sindacati

Sindaci e sindacati si diano una mossa, e appoggino le imprese termali del settore, per dare un futuro a storiche aziende del comparto a rischio di chiusura e per dare in prospettiva un futuro privatistico che al momento può vedere anche l’intervento transitorio della Cassa depositi e prestiti. Obiettivo? Dare nuova linfa alle aziende pubbliche del ramo che hanno bisogno di ristrutturare il debito.

L’APPELLO DI FEDERTERME

E’ questo l’appello che giunge da Federterme, l’associazione presieduta da Costanzo Jannotti Pecci: “In questo momento ci sono, a mio avviso, le condizioni per poter intervenire con urgenza e in modo non traumatico a livello legislativo, per avviare a  soluzione i problemi degli stabilimenti termali di proprietà pubblica – sia essa diretta o indiretta – realizzando quel processo di passaggio ad una gestione di tipo privatistico che, oltre che obbligatoria perché prevista per legge, è resa ormai ineludibile dalla situazione di estrema difficoltà che  molte aziende stanno vivendo, avvicinandosi al punto di non ritorno. Non avverto, però, in questo momento la presenza e la voce dei Sindaci al nostro fianco”, ha dichiarato Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme.

L’INVITO AI COMUNI 

“Occorre far sentire la voce delle comunità interessate, e dunque dei Sindaci che le rappresentano, per sostenere questa linea e  fare massa critica  per concorrere a individuare insieme un percorso per far ripartire gli stabilimenti termali di proprietà delle regioni,delle province, dei comuni, e di altri enti – ha proseguito Jannotti Pecci – e la privatizzazione, in più di un caso, è l’unico rimedio per salvare imprese che hanno fatto la storia del termalismo del nostro Paese.”

L’ITER DELLO SBLOCCA ITALIA 

“A questo proposito – ha aggiunto il Presidente di Federterme – sono stati presentati alcuni emendamenti al Decreto ‘Sblocca Italia’ che, non approvati in Commissione, verranno comunque ripresentati in Aula alla Camera. E’ necessario, urgente e opportuno che anche i Sindaci delle città termali – che su questo tema abbiamo più volte cercato di coinvolgere, anche tramite l’ANCOT, l’associazione che li rappresenta – si muovano e facciano sentire la loro voce a sostegno di queste richieste. Al momento registriamo la loro inquietante assenza su questo tema che in alcuni casi è fondamentale per la vita delle loro comunità e dei loro territori”. L’Ancot è presieduta da Luca Claudio, con cui l’associazione confindustriale ha già avuto alcune fibrillazioni descritte da Formiche.net in questo articolo.

IL RUOLO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI 

L’emendamento – ha ribadito Jannotti Pecci – non comporta oneri finanziari e prevede l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti che potrà stipulare con gli Istituti di Credito interessati apposite convenzioni per la erogazione – agli istituti di credito ed a condizioni di mercato – dei fondi necessari a trasformare il peso debitorio ereditato dal passato in mutui di durata trentennale, agevolmente sostenibili – per tempistica e modalità di rimborso – dagli imprenditori privati che volessero subentrare in luogo dell’attuale azionista pubblico.”

LA SFIDA PER I SINDACATI 

“Diversamente – ha concluso il Presidente di Federterme – continueremo ad assistere all’avvilente spettacolo di bandi di privatizzazione che vanno regolarmente deserti, ad aperture ormai tardive da parte delle Organizzazioni sindacali del settore, unicamente finalizzate ad evitare tagli occupazionali imposti  dall’emergenza  ed alle chiusure di aziende e, con esse, di interi territori.”

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