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Larghe intese tra Franceschini e Quagliariello su cultura, privati e Stato

Non sono di certo mancati accesi scambi d’opinione ieri pomeriggio al convegno “Cultura e privati” organizzato a Roma dalla Fondazione Magna Carta. L’obiettivo dell’incontro era presentare, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario Franceschini, una proposta di legge sulla gestione dei beni culturali da parte di privati, imprese e no profit.

LE PAROLE DI QUAGLIARIELLO
Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta e coordinatore nazionale di Ncd, ha spiegato che la proposta di legge si inserisce nella direzione inaugurata dal ministro Franceschini con il decreto “Cultura e turismo” approvato a fine luglio, ma che intende anche cercare di andare al di là delle forme di mecenatismo attualmente esistenti nel mondo della cultura italiana. Ha annunciato, inoltre, che la proposta di legge è stata accolta favorevolmente dalle senatrici Bianconi e Chiavaroli, che la presenteranno al Senato oggi pomeriggio. “Il tema – ha proseguito Quagliariello – è molto dibattuto in questi mesi, non solo perché ci si è accorti che lo Stato, da solo, non riesce a far fronte alle crescenti spese che la manutenzione e la gestione del patrimonio artistico e culturale italiano comportano, ma anche perché bisogna permettere agli imprenditori che vogliono investire nella cultura di non vedersi la strada sbarrata da mille rivoli burocratici”.

L’OPINIONE DI CONFCULTURA
Alle dichiarazioni di Quagliariello ha fatto seguito l’opinione di Patrizia Asproni, presidente Confcultura, la quale ha sostenuto che il Codice dei beni culturali “deve essere annullato, è una scusa per trincerarsi dietro la burocrazia”. Sempre la Asproni si è detta d’accordo sui principi della proposta: “Un passo indietro dello Stato sarebbe un volano per l’economia”, ha sottolineato, ribadendo che l’Italia deve comprendere che nella cultura “il for profit è essenziale quanto il no profit”.

LA REPLICA DI FRANCESCHINI
Il ministro Franceschini infine, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, ha rivendicato di aver rotto in questi mesi “tre tabù”, dalla “contrapposizione tra tutela e valorizzazione” a quella tra “cultura e turismo” e poi anche “pubblico-privato”. Ha sottolineato di aver introdotto l’Art bonus, “proprio per permettere ai privati di intervenire”, ma che finora non ha visto un gran numero di investitori pronti ad intervenire nella cultura. L’ultima battuta è stata rivolta proprio alla gestione dei beni culturali da parte dei privati, affermando di comprendere le ragioni da cui ha origine la proposta di legge della Fondazione Magna Carta, ma ritenendo preferibile procedere per gradi, e non passare da un estremo all’altro. “Il rischio – ha concluso Franceschini – è di accelerare troppo i tempi, e di non portare a casa alcun risultato”.

Le foto dell’evento

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