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Telecom Italia è legittimata a salire in Metroweb ma l’accordo non ci sarà

Non c’è un motivo valido per cui Telecom Italia debba desistere dallo scalare Metroweb a prescindere dal come questo accada o non accada. Il nostro operatore storico ha compiuto un cambio di pelle sostanziale negli ultimi mesi. Disassoggettato dalla presenza paralizzante di Telefonica, ora finalmente è libero di comportarsi sul mercato interno in modo indipendente dagli affari internazionali. O quasi. Le vicende del Brasile, tanto per essere chiari, non sono più un ostacolo alle altre attività del gruppo.

Saranno piuttosto un’occasione per trovare risorse ulteriori da investire. Si, perché per espandere la rete in fibra ottica in Italia si possono fare scavi nuovi, oppure comprare quelli già fatti da un altro operatore. In considerazione dell’alto rischio associato all’investimento in fibra, si capisce perché l’AD di Telecom Marco Patuano si sia maggiormente orientato ad una soluzione più sicura e di lungo periodo. Sicura perché Metroweb ha la rete nelle aree più ricche del nord. Più futuribile nella misura in cui il partner con cui condividere questo cammino sarebbe niente meno che Cassa Depositi e Prestiti.

A questo punto sarebbe bello fare una digressione su come Cassa Depositi e Prestiti mette i soldi contemporaneamente in F2i ed in FSI che confluiscono oggi in Metroweb. Ma l’ho già fatta e la trovate a questo link. Mi interessa ora fare una progressione più che una digressione. Nel senso che – ipotesi per ipotesi – siamo arrivati tutti a convincerci di un progetto molto complesso e affascinante dove non conta più chiedersi se l’eventuale concentrazione darebbe vita o meno a una posizione dominante.

Probabilmente l’Antitrust darebbe il via libera a questa fattispecie. Perché ai regolatori interessano i mercati aperti e non affollati. La competizione non è un fattore numerico ma di qualità. La domanda vera che dovremmo porci a questo punto è se F2i sarebbe disposta a cedere la sua quota ora ed a quanto. Non si sa. Come non si sa se oltre Telecom ci siano altri investitori – non necessariamente operatori – interessati ad acquistare la quota.

Secondo me la quota F2i in Metroweb potrebbe piacere anche a investitori finanziari, a fondi sovrani, a banche di affari. Chi l’ha detto che ad un’asta parteciperebbe solo Telecom, Vodafone e Wind?

Quando si dorme e si sogna non facciamo mai le domande giuste a capire che stiamo sognando. Sogniamo cose oziose. Tipo che Bassanini, che guida sia CDP che Metroweb, in questo scenario sarebbe in minoranza dentro Metroweb Italia e potrebbe dover cedere la poltrona al nuovo socio di maggioranza.

A chi non piace fare domande oziose? In fondo stiamo sognando. Il sogno ricorrente è che Vodafone acquisti Fastweb, e che Telecom Italia acquisti la quota di maggioranza in Metroweb. Da questo sogno non svegliateci.

Dario Denni

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