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I francesi ascolteranno la musica liberista del Mozart della finanza, Macron?

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Dopo una decade di stagnazione, la Francia comincia a premere l’acceleratore sulla strada delle riforme. La prima legge approvata riguarda la liberalizzazione dell’economia ed è stata approvata ieri dal governo con l’obiettivo di abbattere gli ostacoli che bloccano la crescita. Tra le novità ci sono l’apertura dei negozi la domenica, l’incorporazione di donne e giovani a professioni regolamentate, la sburocratizzazione di alcune professioni, come quella del notaio, l’apertura al mercato di imprese di trasporto e la riduzione dei pedaggi nelle autostrade.

Robert Peston intervista il ministro francese Emmanuel Macron a Newsnight

LA RIFORMA PIÙ ATTESA

La Francia crescerà soltanto dello 0,4% quest’anno, mentre il debito è arrivato al 95,6% del Pil. Insieme al Patto di responsabilità – che cercherà di tagliare circa 50 miliardi della spesa pubblica in tre anni – e la riduzione delle regioni da 22 a 13 -, la cosiddetta “Legge Macron” è la terza riforma più attesa in Francia.

IL MOZART DELLA FINANZA

Il presidente François Hollande cerca, a metà del suo mandato, di riaccendere il motore dell’economia francese. Il progetto è opera del trentaseienne ministro dell’Economia, Emmanuel Macron, il più giovane del governo. La stampa francese lo chiama il “Mozart della finanza”. Settori della sinistra del Partito Socialista hanno criticato duramente Macron e il premier Manuel Valls, perché considerano il suo progetto “troppo liberale”.

UNA LEGGE A FAVORE DELL’OPPORTUNITÀ

Ma il ministero dell’Economia sostiene che la legge è “una normativa contro i corporativismi, che favorisce quelli che non fanno parte di un sistema, i giovani e chi oggi non ha le stesse opportunità di altri”. “Stiamo cercando di cambiare il Paese”, ha detto Macron dopo il Consiglio dei ministri. Macron e Hollande hanno detto che è necessario cercare più investimenti e generare posti di lavoro. Sono questi i pilastri della riforma.

NUOVI POSTI DI LAVORO

Tra i più colpiti ci sono i commercianti, i professionisti giuridici, gestori di aeroporti, autostrade e tribunali. Tutti settori che la riforma vuole aprire alla concorrenza, dando spazio ai giovani. Secondo l’Ocse, la legge aumenterà dello 0,1% l’anno il Pil e creerà almeno 50mila nuovi posti di lavoro.

PROGRAMMA RIVOLUZIONARIO

Per Giuseppe  Pennisi, “mentre in Italia ci si sollazza su come garantire in Costituzione che Villa Lubin diventi appannaggio della Corte dei Conti in un clima romano che ricorda la Mahagonny di Brecht e Weill … il 36enne Emmanuel Macron ha tessuto la tela con i suoi colleghi e messo a punto un disegno di legge quadro di “Crescita e Attività” approvato il 10 dicembre alle 13 dal Consiglio dei Ministri”. “Un vero programma rivoluzionario e liberale – prosegue Pennisi anche se varato da un Governo socialista. Mette l’accento su quelle liberalizzazioni dei servizi e delle professioni che in Francia è sempre stato molto difficile effettuare (e dove neanche in Italia si è brillato)”.

LE CRITICHE

Secondo il partito Unione per un movimento popolare (Ump) di Nicolas Sarkozy “la legge nasce morta”, perché non modifica le 35 ore di lavoro settimanale. Le Monde e Le Figaro concordano, per una volta, sul fatto che “non esiste una maggioranza parlamentare per approvare questo pacchetto di liberalizzazioni”. Ma la Costituzione francese prevede uno strumento eccezionale per legiferare, quando non c’è o non funziona la maggioranza parlamentare. Il presidente e il governo possono appoggiarsi all’articolo 49-3 per imporre per decreto un progetto di legge considerato opportuno. Il prossimo appuntamento in Parlamento sarà il 22 gennaio del 2015.

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