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Fiat e Termini Imerese, a chi conviene la soluzione Metec di Ginatta

Parliamoci chiaro, la soluzione Metec di Roberto Ginatta per la Fiat di Termini Imerese conviene a molti.

Conviene alla Fiat di Sergio Marchionne che si defila alla chetichella e si lascia alle spalle lo stabilimento siciliano senza che nessuno fiati.

Conviene ai sindacati che portano a casa il rinnovo della cassa integrazione che è sempre meglio della mobilità, e conviene ai circa mille dipendenti compreso l’indotto che vedevano nero dal prossimo primo gennaio.

Conviene a Ginatta che di sicuro sgrava il suo cliente storico – la Fiat – e si siede ad un tavolo da 290 milioni, con sommo apprezzamento da parte di casa Agnelli con cui ha molteplici rapporti.

Conviene alla regione e al governo che si risparmiano gli operai in protesta sull’autostrada durante il discorso presidenziale di fine anno di Giorgio Napolitano.

Conviene agli operai che prolungano la cassa, e poi si vedrà.

Insomma Fiat scappa, la Regione partecipa con risorse del contratto di programma, il governo annuncia e sbandiera l’ennesima crisi risolta e tutti comprano tempo in attesa che qualcosa di serio si avveri.

E’ l’era Renzi, bellezza. D’altronde deve pur avere dei frutti il feeling tra Renzi e Marchionne. Non tutti apprezzano. Ad esempio chi, come l’imprenditore Carlo Montini, dopo aver illustrato progetti e risorse sullo stesso stabilimento a rappresentanti del governo e del ministero dello Sviluppo economico, non ha avuto risposte e ha saputo dai siti che il governo aveva scelto Ginatta. Idem, pare, per altri investitori che si erano fatti avanti.

Per questo tra alcuni addetti ai lavori si mormora su Ginatta, comparso a tre giorni dal caos, e ci si chiede: è davvero in grado di produrre auto ibride? Nessuno si domanda perché dovrebbe produrre plastiche auto per Fiat più lontano (e quindi a costi maggiori) di quanto non faccia già oggi? Nessuno si chiede che senso industriale abbia produrre ricambi in Sicilia (dove non esistono materie prime, la logistica è sfavorevole e non c’è un indotto per i macchinari necessari)? Nessuno si chiede perché Ginatta, che doveva avere un piano industriale che non ha potuto inventarsi in tre giorni (oppure si?), si è palesato quando l’ipotesi brasiliana di Grifa si è diradata dopo 6 mesi di tiki-taka? Nessuno chiede di vedere questo famoso piano su cui il governo sta investendo?

Ovviamente, auguri a Ginatta e al futuro dei dipendenti dello stabilimento di Termini Imerese.

Resta quel dubbio insinuato, cronachisticamente, dalla collega di Repubblica, Carlotta Scozzari, su Twitter: “Termini Imerese: quasi 300 mln di soldi pubblici per salvataggio. E Metec ne investirebbe 290. Tutto chiaro“. Chiaro?

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