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Perché la missione di SpaceX è fallita e perché è così importante per la Nasa

Missione fallita. SpaceX ha interrotto il countdown a meno di due minuti dal lancio della capsula cargo Dragon che sarebbe dovuta partire questa mattina dall’Air Force Station di Cape Canaveral, in Florida alle 6:20 ET (11:20 GMT, 12:20 italiane) verso la Stazione Spaziale Internazionale per trasportare oltre due tonnellate di generi di rifornimento per gli astronauti (tra cui l’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti), materiali per esperimenti scientifici e lo strumento Cats della Nasa.

I MOTIVI DEL FALLIMENTO

Non è bastato l’ottimismo del patron Elon Musk, che dava all’impresa il 50% di possibilità di riuscita, né le buone condizioni meteorologiche a portare a buon fine l’operazione, già rimandata di tre settimane dopo i risultati ottenuti da un controllo dei motori. Stavolta ci si è messo di mezzo un problema di carattere tecnico. Dopo un silenzio di 40 minuti sulle cause del fallimento del lancio, la NASA dal suo profilo Twitter ha fatto sapere che la manovra è stata bloccata a causa del funzionamento anomalo di uno degli attuatori di comando – che vengono utilizzati per guidare il missile in volo – del secondo stadio del razzo Falcon 9. Nel primo invece non si sono riscontrati problemi. L’interruzione si è resa necessaria poiché l’anomalia avrebbe comunque innescato una interruzione automatica della capsula cargo. Sempre secondo la NASA, non ci sarà nessuna conferenza stampa su quanto avvenuto stamani. L’appuntamento è per le 10.09 GMT di venerdì 9 gennaio, quando verrà effettuato un nuovo tentativo di lancio verso l’ISS.

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UN’OPERAZIONE UNICA NEL SUO GENERE

Dopo cinque missioni concluse con successo (delle 12 previste per un contratto da 1,6 miliardi di dollari) alla Stazione Spaziale Internazionale, di cui quattro di rifornimento per la NASA, l’azienda statunitense attiva nel campo dei trasporti con il cargo Dragon ha accettato una sfida difficile quanto importante. Stando ai piani, infatti, il primo stadio del razzo Falcon 9 dovrebbe tentare non solo un rientro controllato, ma anche un atterraggio.

LE FASI DEL LANCIO E DELL’ATTERRAGGIO

Se tra tre giorni la missione dovesse essere accompagnata dalla buona sorte, più o meno tre minuti dopo il decollo il primo stadio del razzo verrà sganciato mentre il resto del razzo proseguirà in accelerazione per altri sette minuti, tramite il motore del secondo stadio, lungo la sua traiettoria. Il primo stadio ruoterà su se stesso, in modo da puntare i propri motori principali in verso contrario a quello di volo, e continuerà a percorrere un arco parabolico che lo riporterà indietro. Poi precipiterà fino a quando tre dei suoi nove motori principali si riaccenderanno per frenare la caduta a circa 4700 km/h. Infine un singolo motore effettuerà l’accensione di frenata, seguita dall’accensione di atterraggio che rallenterà il Falcon fino a una velocità di caduta di circa 7 km/h, si apriranno le zampe e il veicolo atterrerà verticalmente sulla chiatta nell’Oceano Atlantico.

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L’IMPORTANZA DELLA MISSIONE

Si tratta di un tipo di manovra mai tentato prima, e risulta essere cruciale per il futuro delle missioni spaziali perché dimostrando che i lanciatori possono essere recuperati e riutilizzati, apre la strada a una riduzione enorme dei costi dei voli spaziali. «Siamo estremamente interessati al successo di questa missione» ha dichiarato alla CBSNews Mike Suffredini, Program Manager della NASA. «Ma come agenzia, siamo anche molto orgogliosi del nostro gemellaggio con SpaceX e molto eccitati per le misure adottate per approntare il volo spaziale, in generale, e per il progetto di riduzione dei costi».

Hans Koenigsmann, vice presidente e responsabile per la sicurezza di SpaceX, ha sottolineato che mentre il test di atterraggio è un obiettivo importante per i piani a lungo termine della società, «la missione principale è senza dubbio far sì che il carico giunga alla stazione e che le operazioni di rifornimento siano stabili e affidabili».

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