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Dottrina sociale della Chiesa, l’ideologia gender e il rischio totalitario

È stato presentato ieri a Roma, presso Radio Vaticana, il VI Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuan, intitolato “La donna nella rivoluzione, la rivoluzione della donna”.

CHI C’ERA ALL’EVENTO

All’evento, organizzato da MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) in collaborazione con l’Osservatorio Van Thuan, hanno preso parte Mons. Fabiano Longoni, Direttore dell’Ufficio Problemi Sociali e il Lavoro della Cei,  l’On. Eugenia Roccella, il Presidente Mcl Carlo Costalli, il Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste e Presidente dell’Osservatorio – che ha peraltro curato insieme a Stefano Fontana la stesura del VI Rapporto – e il giornalista di Avvenire Andrea Galli. Assente illustre dell’evento il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che non è potuta venire per impegni istituzionali.

LE ESPOSIZIONI DEI RELATORI

Carlo Costalli, presidente di MCL, ha ricordato che “il 2013 è stato un anno eccezionale per via della rinuncia di Ratzinger, il cui magistero è stato luminoso. Papa Francesco dal suo canto ha individuato aspetti nuovi e bisogni inediti di evangelizzazione, per cui ci sono infatti in gioco degli atteggiamenti culturali da intercettare, ma che restano sempre indissolubilmente in linea con i precedenti” (qui l’intervento integrale di Costalli)

IL PUNTO DI VISTA MATERNO

Eugenia Roccella ha provato a far emergere il punto di vista dell’unica relatrice donna presente in sala, per via dell’assenza del Ministro Lorenzin. “La cosa peggiore che possiamo fare è non avere chiarezza”, ha detto la deputata. “Il pensiero mainstream ci trascina nel vortice di un giudizio falsamente tollerante, per cui tutto si riconduce ad una questione superficiale di libertà. Invece il tema è molto più complesso, e ci porta nello sfondo del post-umano, nella dimensione del non umano. Le tecniche di parto in laboratorio trascinano l’uomo fuori dal corpo, che è il luogo originario della vita. Quello di cui si sta parlando è una vera e propria disumanizzazione, dove il luogo concreto è il laboratorio, e il luogo astratto è il mercato. La nuova generazione va così formandosi, perché non sono più nemmeno certa si possa dire generandosi, attraverso dei contratti dove ad essere ceduto è il diritto di maternità”.

LA RICCHEZZA DELLA FEMMINILITÀ

Secondo Mons. Fabiano Longoni, “il problema, che è di portata globale, pone al centro della nostra riflessione l’argomento della direzione della globalizzazione e il timbro della capacità di superamento di ogni confine”.  Partendo dalla donna fino a giungere alle trasformazioni che la maternità sta subendo, Mons. Longoni ha ribadito innanzitutto che “la ricchezza della femminilità e della sua essenzialità è qualcosa che non può essere in alcun caso stravolta, e che bisogna fortemente difendere. Oggi in atto c’è una grande narrazione, dove invece della diversità si preferisce parlare di differenza. Dove cioè per realizzarci abbiamo bisogno di manifestarci attraverso una differenza: assurdo. Tutto questo mi ricorda una battuta comica, quella dove nel film Frankenstein si dà vita ad una creatura artificiale al semplice grido di “si può fare!”.

IL NUOVO UMANESIMO DI FIRENZE

Mons. Giampaolo Crepaldi, ha spiegato che “bisogna inquadrare il problema all’interno della questione teologico spirituale, che ci riaggancia anche al prossimo convegno di Firenze sul Nuovo Umanesimo. Lo sforzo che si sta facendo è di collegare le tematiche della biopolitica con la Dottrina Sociale della Chiesa. È la realtà che ci incalza, a partire dal ’78, quando è nata la prima bambina in provetta. Allora non si potevano vedere le differenze,  mentre oggi non si possono più non vedere. Il problema è che non tutti percepiscono questa integrazione delle tematiche della famiglia con quelle della biopolitica e della Chiesa”.

I CATTOLICI E LA POLITICA

Oggi “il rilancio della Dottrina Sociale della Chiesa fortemente voluto da Papa Giovanni Paolo II, stenta a dare i suoi frutti. I cattolici in politica sono pochi, e sono anche divisi. Questo ha colpito lo schema classico di convergenza verso un’unita di intenti, e ora al contrario si va nella direzione di frantumarsi”, ha aggiunto Mons. Crepaldi. Proprio per questo a Firenze “si cercherà uno schema comune: altrimenti di questo passo la politica non avrà più niente da chiedere alla Chiesa e finirà per dimenticarla. Ma se l’ordine non si cerca nella famiglia, non riesco proprio ad immaginare dove mai finiremo per cercarlo”.

L’APPELLO AGLI ITALIANI

“Bisogna lanciare un vero e proprio appello politico agli italiani. Bisogna fare cioè uno sforzo di pensiero, teso a proporre le basi per qualcosa di nuovo, per ridare vita ad una politica ispirata dai cattolici. Vedere consiglieri cattolici che propongono normative sulle unioni civili ci comunica che siamo ormai arrivati ad un punto di svolta. Con calma e pacatezza bisogna perciò riprendere il filo del discorso e incominciare a tessere. Serve uno sforzo di formazione e di rifondazione di tipo nuovo”, ha concluso Mons. Crepaldi.

 

 

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