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Tutte le idee di Gutgeld per Renzi sulle grandi opere

Dopo l’arresto dell’ex dirigente Ercole Incalza e le dimissioni del ministro Maurizio Lupi venerdì scorso per le polemiche seguite all’inchiesta sulla corruzione intorno a Tav ed Expo, Renzi nella duplice veste di presidente del Consiglio e ministro ad interim delle infrastrutture e dei trasporti, dovrà provvedere alla riorganizzazione del ministero e del sistema di gestione delle Grandi opere, cercando di non perdere di vista però la stabilità di governo.

Per un breve periodo, oppure no, l’agenda dei Lavori Pubblici passa cosi in mano al presidente del Consiglio. E chissà se Renzi non prenda spunto – come si dice in ambienti della maggioranza – proprio dalle pagine del libro “Più uguali più ricchi” (Rizzoli, ottobre 2013), scritto da Yoram Gutgeld, il deputato renziano membro della Commissione Finanze e consigliere economico del premier a Palazzo Chigi.

Puntare su opere di piccola-media taglia e sulle tecnologie innovative, rivedere i processi decisionali e combattere la lievitazione dei costi dei cantieri. Ecco cosa serve per ottenere molto di più dagli investimenti pubblici, secondo l’economista Gutgeld.

DA GRANDI OPERE A OPERE UTILI

“Servono alcuni cambiamenti importanti”, scrive Gutgeld nel suo saggio. Ecco quali: “Razionalizzare gli investimenti in grandi opere e puntare su opere di piccola-media taglia e sulle tecnologie innovative”. Alcuni esempi: “Interventi sulla viabilità per decongestionare il traffico nei punti critici all’interno o nelle vicinanze dei centri metropolitani; interventi di valorizzazione dei centri urbani; interventi di recupero ambientale e di messa in sicurezza degli edifici pubblici con particolare attenzione alle scuole; un piano carceri”, si legge su “Più uguali più ricchi”.

REVISIONE DEI PROCESSI DECISIONALI

Perché un’opera venga realizzata con costi e tempi prestabiliti, risultati garantiti e un numero limitato di contestazioni, per Gutgeld l’unica possibile garanzia risiede in un processo partecipativo: “Istituire seguendo il modello francese del débat public, introdotto nel 1995, una prassi che permetta ai cittadini, ai gruppi di interesse, di esprimere il loro punto di vista sui grandi progetti infrastrutturali, prima dell’avvio dei progetti”.

ACCORCIARE I TEMPI

“Rendere certi i processi autorizzativi e accorciarne i tempi”. Per consentire questo, il consigliere del governo Renzi consiglia di “prevedere al termine del dibattito pubblico una stesura del progetto definitivo che preveda anche tutte le opere di compensazione, disincentivando il più possibile il sistematico ricorso di soggetti terzi alla giustizia amministrativa”.

PAGA ROMA?

Per evitare il fenomeno del “tanto paga Roma”, Gutgeld nel suo libro invita alla “copartecipazione al finanziamento delle amministrazioni locali che beneficiano degli investimenti, sulla falsariga di quanto accade per esempio in California”.

RAPPORTO COSTI/BENEFICI

“Mettere in competizione proposte di investimento alternative (a livello nazionale, regionale o locale) valutate sulla base di un processo trasparente”. Come? “Una commissione di esperti “terzi” nazionali e internazionali dovrebbe fornire un parere indipendente sui costi, rischi, vantaggi e svantaggi delle diverse proposte”, spiega Gutgeld.

GRANDI OPERE, MA UTILI E REALIZZABILI

“Contrattare solo lotti funzionali di grandi opere, cioè che hanno qualche utilità funzionale per gli utenti”, ricorda Gutgeld. Ma soprattutto, “evitiamo annunci di ‘slocca cantieri’ quando mancano le risorse per completare le opere e si procede con infiniti ‘stop and go’, perché “un cantiere interrotto dà luogo a costi correnti elevati, negoziati poi in ‘privato’”, si legge sul libro del deputato renziano.

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