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Fca, Whirlpool e non solo. Tutte le sfide dei metalmeccanici

Pubblichiamo l’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm che sarà on line da giovedì 14 maggio

Uno sfondo coi colori dell’arcobaleno e la dicitura della terza assemblea nazionale di tutti i territori della Uilm. Così si presenta il logo dell’assise metalmeccanica che si terrà a Chianciano Terme dal pomeriggio del 26 maggio fino al giorno dopo. I lavori, introdotti dal segretario generale Rocco Palombella, saranno incentrati sugli eventi che stanno caratterizzando la fine di questa primavera: la vicenda del Ccnl dei metalmeccanici; quella riguardante il Ccsl di Fca e Cnh; infine, le tante crisi aziendali del settore manifatturiero come il caso .

E’ noto che sta giungendo il momento di presentare a Federmeccanica la piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto nazionale; è probabile l’eventualità di buone nuove rispetto al fronte contrattuale del gruppo guidato da Sergio Marchionne; è vero che permane l’imperativo categorico di cambiare il piano industriale presentato dalla multinazionale Usa degli elettrodomestici.

All’assemblea Uilm, che si svolgerà all’Hotel Excelsior, ci sarà il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. Ciò che lega fortemente la categoria dei metalmeccanici alla realtà confederale è proprio la comune considerazione che i contratti vanno rinnovati e che dalla crisi se ne esce con investimenti pubblici e privati. Il problema che risalta, rispetto a quest’ultima affermazione, riguarda la crisi del settore industriale: avrà ancora bisogno di anni per essere risolta, mentre la disoccupazione, soprattutto giovanile, nel medesimo arco temporale, non mostrerà cenni di cedimento. Nonostante che gli ultimi dati sulla produzione industriale siano positivi, gli stessi rimangono insufficienti per determinare inversioni positive nella crescita. Si percepisce, quindi, un’insicurezza derivante da un costante senso d’incertezza. Insomma, come rivela un sondaggio della società Demetra, condotto nell’ultima decade di aprile e consultabile su www.agcom.it.

I lavoratori perdono fiducia nello Stato, negli enti locali, nei partiti; la mantengono un po’ nei sindacati; tendono a rifugiarsi nella famiglia. E’ l’effetto di un quadro di riferimento che è cominciato a cambiare nel 2007 per la crisi finanziaria globale e che in seguito ha inciso pesantemente sul piano economico-sociale nei Paesi del vecchio continente. I segni consolidati del disagio diffuso sono stati quelli della perdita dei posti di lavoro, dell’aumento della disoccupazione, delle mancate occasioni per i giovani. Dalla parte degli industriali arrivano proposte per la ripresa.

L’ultima da segnalare è quella di Gianfelice Rocca, presidente dell’Assolombarda che ha ricordato come all’acronimo Stem (Science, technology, engineering e mathematics, cioè le voci che consentono ai Paesi e ai giovani di stare sul mercato) andrebbe inserita la “a” di arte, per affiancare alle abilità manifatturiere, anche comunicazione, moda, design. Noi ci permettiamo di ribadire che la spinta di natura straordinaria verso la crescita, al momento, la può dare solo una solida ripartenza dell’economia reale, basata sul manufatturiero. Ma la vertenza Whirlpool ci dimostra che, oltre al problema di realizzare nuova occupazione, continua ad esistere quello delle grandi ristrutturazioni industriali.

In entrambi i casi sono proprio i giovani e quanti vivono nel Meridione a rischiare di pagare pegno. In questa condizione dietro ogni arcobaleno è difficile aspettarsi di vedere un cielo sempre più blu.

Antonello Di Mario, direttore di Fabbrica Società

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