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Chi sta brindando nella City per la vittoria di Cameron

I sondaggi hanno fallito il colpo in Regno Unito. E alla fine David Cameron è stato riconfermato con una promozione a pieni voti, nonostante la maggior parte dei visionari propendesse per un feroce testa a testa tra laburisti e conservatori e una leggera prevalenza dei primi. Ma ora come stanno reagendo gli investitori?

GLI INVESTITORI DEL FTSE BRINDANO

“Per gli investitori – spiega Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders – avere un chiaro vincitore alle elezioni elimina un enorme ammontare di incertezza nel breve termine sulla capacità del governo di agire e legiferare. Di conseguenza, la sterlina è risalita di circa l’1,25% contro il dollaro e del 2,5% contro l’euro, mentre i future sul FTSE 100 scambiano in rialzo dell’1,7%, con ottimi guadagni del settore bancario e di quello delle utility, sui quali pendeva la spada di Damocle delle politiche laburiste”. L’incertezza che aleggiava sul destino di breve termine del mercato britannico è dunque svanita del tutto e famiglie e imprese tirano un sospiro di sollievo. Non è un caso che il Ftse 100 abbia superato la soglia psicologica dei 7000 punti.

BREXIT ANCORA POSSIBILE, MA DAL 2017

Ma quanto durerà questo momento magico? “L’eccitamento iniziale potrebbe smorzarsi a bocce ferme – precisa James McDaid, Investment manager di Gam – Ci sono diversi fattori di potenziale preoccupazione per gli investitori, primo fra tutti la relazione tra il partito di David Cameron e lo Scottish National Party (SNP). Prima delle elezioni, il leader dell’SNP, Nicola Sturgeon, sembrava determinata a togliere il potere a Cameron. Tale approccio dovrà cambiare ora che l’elettorato si è pronunciato. Sturgeon ha dichiarato, in campagna elettorale, che indire un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia non era una sua priorità. Ora che il voto è alle spalle, e decisamente a favore di Sturgeon, sembra però inevitabile aspettarsi un nuovo pronunciamento popolare sull’indipendenza scozzese. La grande influenza guadagnata dall’SNP si collega a un altro timore, derivante dalla maggioranza in mano ai Conservatori. Cameron ha promesso un referendum “dentro o fuori” sull’appartenenza del Regno Unito all’Unione Europea. Questo potrebbe avere un impatto negativo sia per gli investimenti esteri nel Paese, sia sulla spesa per investimenti domestica, dato il livello di incertezza della pianificazione aziendale in caso di un’uscita di Londra dall’Ue”. Resta dunque il rischio Brexit, ma è rimandato al 2017.

GILT, STERLINA E TASSI

“L’e indagini economiche – afferma John Greenwood, chief economist di Invesco – mostrano che la fiducia dei consumatori ha raggiunto il livello più alto degli ultimi tre anni mentre gli economisti prevedono una crescita del 2,6% del PIL reale nel 2015, un tasso decisamente superiore a quelli previsti per gli altri Paesi dell’Eurozona”. Un effetto benefico innanzitutto ci sarà innanzitutto sulla valuta: “non vi sarà una flessione della sterlina – prosegue Greenwood – poiché non saranno necessari processi complessi di formazione di coalizioni politiche. Già l‘8 maggio, la Sterlina ed il FTSE100 si sono ripresi dalle recenti perdite e sono risultate favorite anche le obbligazioni inglesi”.

Dello stesso parere è Anthony Doyle, investment director retail fixed interest in M&G Investments, che si aspetta che il governo forte dia un certo sostegno ai Gilt, i titoli di Stato britannici. “Tuttavia – sostiene – per determinare dove andranno i rendimenti dei Gilt nel lungo termine sarà determinante il contesto globale, e ci aspettiamo che continui la ripresa dei rendimenti obbligazionari nei Paesi occidentali, dal momento che gli obbligazionisti si stanno rifocalizzando sulle prospettive per l’economia globale e le pressioni verso aumenti di salari e inflazione”. E se nel breve termine il risultato delle elezioni rafforzerà la sterlina, nel lungo periodo ci sono notevoli fattori di rischio: “i prossimi 24 mesi della valuta inglese saranno fortemente condizionati da una Bank of England ‘colomba’, un deficit molto pesante, e dalla prospettiva del referendum sull’uscita dall’Unione European nel 2017”.

UTILITY, COSTRUZIONI E RETAIL SULLA CRESTA DELL’ONDA IN BORSA

Ma l’effetto più forte si vedrà sulla Borsa che già sulla notizia della vittoria di Cameron è cresciuta in un’unica seduta dell’1,5%. “La vittoria – spiega  Bill Street, responsabile degli investimenti Emea di State Street Global Advisors – significa prosecuzione del consolidamento fiscale e governo pro-business. L’azionario sarà probabilmente il principale beneficiario di questo risultato elettorale. Finora quest’anno il Ftse ha sottoperformato l’Europa in termini di valuta locale di oltre il 13% e potremmo assistere ad una riduzione del divario. Utility ed edilizia, ad esempio, sono solo due dei settori che sul risultato elettorale hanno perforato particolarmente bene, dato che la minaccia di una maggiore regolamentazione è stata rimossa”. Nei giorni precedenti il voto c’erano stati segnali di “crescita del premio a rischio del Regno Unito – osserva Rob Jones, co-responsabile dell’European Equities di Union Bancaire Priveé – segnali già spariti. Grazie a questo risultato è più probabile che il Regno Unito riuscirà a sostenere i livelli di crescita economica; l’esito poi dovrebbe dare un po’ di spinta alla fiducia dei consumatori in generale”. Quindi prospettive rosee per i beni di consumo. “Come retail e industria dell’intrattenimento. Ma cresceranno anche – continua Jones – i comparti bancario e immobiliare: ognuno di questi segmenti, infatti, rischiava di risentire di un eventuale governo Laburista”.
Infine, occasioni nei settori legati alla salute poiché “Cameron promette di aumentare i fondi al Servizio Sanitario Nazionale – conclude Zangana – e di non incrementare le tasse sino alla fine del decennio”.

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