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Eni, Enel, Edison. Come procedono le liberalizzazioni di energia e gas

Pubblichiamo un estratto delle conclusioni del report di I-Com dal titolo “Lo stato delle liberalizzazioni in Italia” che ha analizzato lo stato di avanzamento del processo di liberalizzazione di settori a rete dell’energia (elettrico e gas), delle comunicazioni (telecomunicazioni e servizi postali) e del trasporto ferroviario, con l’aggiunta dei settori assicurativo e bancario. (Ecco chi c’era e cosa si è detto alla presentazione)

Spagna ed Italia si affermano rispettivamente come i Paesi più attivi nel processo di apertura del mercato dell’energia elettrica, con una performance che ha superato negli ultimi anni quella della Gran Bretagna. Nel settore del gas, tuttavia, resta la predominanza della Gran Bretagna, unico Paese peraltro che può vantare, dal 2004, la presenza di un mercato del gas totalmente liberalizzato.

In entrambi i settori, il principale ostacolo alla liberalizzazione resta la forte integrazione verticale, mentre in termini di libertà di accesso al mercato e struttura di mercato grandi passi in avanti sono stati fatti nel tempo: solo la Francia mostra, infatti, tra i grandi Paesi un livello di concentrazione del mercato molto elevato – si parla di oltre l’80% nelle mani del principale operatore, per l’elettricità, e oltre il 60% per il gas – e registra riduzioni molto contenute negli anni.

Nonostante i passi in avanti, il processo di liberalizzazione, complici molti fattori endogeni ed esogeni da prendere in considerazione (in primis, l’andamento delle materie prime), non sembra per il momento aver sortito effetti sui prezzi di mercato: nel settore gas appaiono anzi in aumento negli ultimi anni, con picchi consistenti, quali quello registrato, con riferimento alla clientela domestica, in Gran Bretagna (+ 81% nel periodo 2007-2014) ma anche dall’Italia stessa (+ 56%); nel settore elettrico, il trend appare più variegato a seconda del Paese, con un calo nei prezzi, seppur lieve, solo in Italia e Germania.

Maggiori gli effetti (da attribuire però con ogni probabilità più alla regolazione che alla liberalizzazione) in termini di qualità del servizio, che risulta via via migliorata nel tempo un po’ in tutti i Paesi esaminati, con una minore incidenza delle interruzioni nella fornitura di elettricità e al contempo una durata inferiore delle stesse: particolarmente buona la performance di Italia e Spagna che, seppur con livelli qualitativi di partenza più bassi rispetto agli altri Paesi (almeno in termini di numero di interruzioni), hanno mostrato una buona capacità di miglioramento, con riduzioni nei disservizi comprese tra il 30% ed il 50%, superiori sia rispetto agli altri Paesi che alla media europea.

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