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Poste Italiane, cosa si pensa in Confindustria della riserva legale

Quello che da anni editorialisti ed esperti della rappresentazione imprenditoriale, come la firma del Corriere della Sera, Dario Di Vico, mettono in evidenza si è materializzato nelle commissioni parlamentari lasciando basiti diversi deputati. Ovvero: l’obiettivo delle confederazioni, come Confindustria, di rappresentare interessi sovente opposti sfocia in prese di posizione polifoniche. In altri termini, è ancora arduo tenere insieme ex monopolisti e aziende private dello stesso settore, gruppi a controllo statale con operatori privati scalpitanti.

LE AUDIZIONI IN PARLAMENTO

È quello che hanno notato i deputati della commissione Finanze e Attività produttive della Camera dei deputati nell’ambito di una serie di audizioni sul disegno di legge sulla Concorrenza. Infatti, la scorsa settimana Confindustria ha espresso “alcune perplessità sull’abrogazione della riserva legale di Poste Italiane nella notificazione di determinati atti” prevista dal ddl governativo Concorrenza.

LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA

A sottolinearlo è stato il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nell’audizione alla Camera davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive. “Tale misura – ha spiegato Panucci – pur essendo condivisibile per la sua portata pro-concorrenziale, interviene su un percorso di privatizzazione già avviato, rischiando così di compromettere il consolidamento della società sul mercato azionario. Per questo motivo, è auspicabile che l’efficacia della misura venga prorogata e fatta coincidere con il termine di vigenza del prossimo contratto di programma 2015-2019, fissato al 31 dicembre 2019”.

LE RICHIESTE DEI PRIVATI

Di tutt’altro avviso i vertici della Fise-Are, l’associazione di categoria aderente a Confindustria – si legge sul loro sito – “che da oltre 50 anni identifica e rappresenta il sistema delle aziende private di recapito e distribuzione postale”. Fra le proposte della Fise-Are, come da slide illustrate in Parlamento, c’è la seguente: “Riserva legale degli atti giudiziari: eliminazione della data del 10 giugno 2016: porre subito fine all’area di riserva”.

LA QUESTIONE DELLA RISERVA

In altri termini, mentre la confederazione presieduta da Giorgio Squinzi ha chiesto ai parlamentari di spostare da giugno 2016 alla fine di 2019 la riserva legale per l’invio degli atti giudiziari che è appannaggio di Poste Italiane, la federazione delle aziende private di recapito e distribuzione postale aderente alla stessa Confindustria propone esattamente il contrario: di anticipare fin da subito la cancellazione della riserva, invece di prorogarla fino al 2020. Questo perché, secondo la federazione Fise-Are, che cita l’analisi di impatto allegata allo stesso ddl Concorrenza, per il gruppo presieduto da Luisa Todini e guidato dall’ad, Francesco Caio, i ricavi derivanti dal solo recapito degli atti giudiziari “si può presumere che siano inferiori all’1% dei ricavi totali”.

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