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Bcc, tutte le fibrillazioni sul ruolo di Iccrea

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Claudia Cervini apparso su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

Sale l’attesa sulla segretissima proposta di autoriforma delle Bcc che il consiglio dei ministri dovrebbe esaminare entro giugno e contestualmente emerge un nuovo tassello dell’ampio disegno di riorganizzazione del credito cooperativo (376 banche, 4.441 sportelli, 1,2 milioni di soci e 37 mila dipendenti).

Il colpo di scena questa volta è arrivato direttamente da Iccrea, la banca di secondo livello che fornisce servizi e prodotti alle numerose banche del sistema. A quanto si apprende il gruppo bancario si propone come unica holding nazionale, ma l’adesione delle singole bcc sarebbe – nel disegno di Iccrea – esclusivamente su base volontaria. La gestione di un gruppo in cui le banche non hanno scelto con convinzione di aderire sarebbe difficoltosa e controproducente.

È questa la motivazione alla base della scelta del gruppo bancario presieduto da Giulio Magagni, emersa a margine della presentazione del progetto agli stakeholders. Una scelta che se da un lato ha il merito di lasciare maggior libertà alle Bcc, non sembra andare nella direzione dell’unità del sistema, fortemente caldeggiata da Federcasse. Va da sé che se l’adesione al gruppo fosse su base volontaria alcune banche sceglierebbero di non aderire. L’appartenenza a gruppi, però, rimane un tassello imprescindibile della riforma, almeno secondo il governo e la stessa Bankitalia. Senza contare che la preferenza di Federcasse è quella di preservare l’unità e in una delle ultime comunicazioni ufficiali la stessa federazione ha parlato di «integrazione a gruppo».

La palla, dopo che la federazione nazionale ha consegnato agli interlocutori istituzionali la propria proposta, passa ora al governo. E solo dopo che il consiglio dei ministri avrà stabilito nei dettagli la cornice normativa sarà possibile tirare le somme sulla natura capofila. Una clausola di autonomia sembra invece essere stata riservata a Cassa Centrale spa, a capo delle 47 Casse Raiffeisen altoatesine. Cassa Centrale sarà holding, ma solo su base provinciale.

Quel che è certo è che tra i punti distintivi della proposta di riforma vi sarà un approccio risk based e «l’individuazione di modalità appropriate per irrobustire ulteriormente le dotazioni patrimoniali del sistema», ha fatto sapere nei giorni scorsi la federazione nazionale presieduta da Alessandro Azzi.

Intanto c’è attesa in merito ai prossimi consigli dei ministri che dovrebbero trattare, oltre alla riforma delle bcc, anche la questione dei crediti deteriorati nelle banche italiane. Sulle tempistiche della riforma è di recente intervenuto anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco auspicando che questa «abbia luogo in tempi brevi». Visco ha contemplato per le bcc una soluzione che mantenga le loro caratteristiche, consentendo alle banche di accedere al mercato dei capitali.

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