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Entrate e riscossioni. Viaggio nei conti (disastrati) della Sicilia/3

Allarme rientrato, pare, per il presidente Rosario Crocetta. Al governatore della Sicilia è stata rinnovata la fiducia da parte del premier Matteo Renzi dopo il caos scatenato dalle presunte intercettazioni pubblicate dall’Espresso, ma non solo. Sul Corriere della Sera, infatti, si parla di un decreto che potrebbe portare nelle casse della Sicilia 500 milioni di euro, una cifra che metterebbe un argine alla voragine in cui si trovano i conti della Regione.

Quello della riscossione delle entrate è un problema segnalato anche dalla Corte dei conti nella relazione sul bilancio siciliano, in cui si sottolinea, la mancanza di una leale collaborazione tra Stato e Regione, in cui l’Agenzia delle entrate ha “trattenuto” 585,5 milioni di euro di entrate riscosse nella Regione, versandole direttamente allo Stato.

ENTRATE E RAPPORTO STATO-REGIONE

Secondo la Corte dei Conti sono diverse le entrate che, riscosse in modo diretto o indiretto dallo Stato, non sono state poi erogate alla Regione Sicilia. Oltre ai 585,5 milioni di euro trattenuti dall’Agenzia delle Entrate, la Corte segnala anche il mancato versamento di 50,2 milioni provenienti dall’imposta sul reddito degli impianti industriali e commerciali. “Queste Sezioni riunite sottolineano come -si legge nel documento della Corte -, ancora una volta, in un momento di affanno finanziario per i conti della Regione siciliana, somme statutariamente spettanti non vengano erogate dai competenti organi statali”. La Corte, inoltre, auspica la ripresa dei lavori della Commissione Stato Regioni per riuscire a porre fine a tali inadempienze che gravano sul futuro della Regione e dello Stato.

I COMPITI DELLA REGIONE

E se da una parte i difficili rapporti Stato-Regione mettono in crisi la pianificazione di bilanci regionali, la Corte rileva una scarsa capacità da parte dell’Amministrazione di portare a termine progetti finanziati da fondi europei con “con il rischio di dover sopportare, in futuro, anche gli effetti delle sanzioni che potrebbero essere comminate dagli organi dell’Unione Europea per la cattiva la gestione dei fondi”.

La Regione Sicilia ha iniziato un lavoro normativo di riordino delle entrate, della loro riscossione e contabilità, ma la Corte sottolinea la necessità di “una seria, attenta e puntuale osservanza di tutti i principi contabili sottesi all’applicazione delle surriferite disposizioni e contenuti negli allegati al decreto legislativo n. 118 del 2011 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi ndr) nell’ottica complessiva tesa a realizzare maggiore trasparenza e attendibilità ai bilanci pubblici, in vista di un consolidamento con i conti dello Stato”.

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