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Benvenuti nel fantastico mondo di Atac

Articolo completo ma poco comprensibile. Con questo tweet Franco Pizzetti, costituzionalista ed ex Garante della Privacy, ha chiosato un articolo di sabato scorso del collega Fernando Pineda che cronachisticamente e a tamburo battente aveva dato conto delle ultime novità sulla municipalizzata Atac, con gli annunci del sindaco Ignazio Marino e il rimbrotto dell’assessore uscente ai trasporti, Guido Improta.

Pizzetti, appassionato e sovente critico lettore di Formiche.net, ha ragione: l’articolo era completo ma non si capivano bene le dinamiche che hanno provocato i fatti. Così da sabato ho cercato di capirne di più, non solo leggendo i maggiori quotidiani, a partire da quelli di Roma. Il quadro è completo ma poco chiaro, proprio come il tweet che amabilmente il prof. Pizzetti ci ha riservato. Vediamo.

Marino ha dunque silurato per le inefficienze, i disservizi e gli scioperi bianchi dell’Atac i vertici della municipalizzata che lui stesso aveva voluto e nominato. Nelle stesse ore in cui li silurava, l’amministratore delegato di Atac defenestrato, Danilo Broggi, ricordava che aveva già informato il sindaco che a giorni, dopo l’approvazione del bilancio 2014, si sarebbe dimesso per aver portato a termine il lavoro di risanamento contabile ed organizzativo della municipalizzata romana dei trasporti.

Broggi, amministratore delegato di Atac da luglio 2013, in diverse interviste nel fine settimana ha rimarcato come ha fatto raggiungere all’Atac un margine operativo positivo: il Mol nel 2014 è stato positivo per circa 100 milioni, ha detto. Eppure qualche ora prima si leggeva che Atac era prossima a portare i libri in tribunale per conti in dissesto e l’ennesima perdita di bilancio. Qualche numero: dal 2003 l’Atac non chiude in utile, il debito è arrivato a circa 1,5 miliardi, quest’anno il deficit previsto è di circa 140 milioni di euro secondo il Sole 24 Ore (100 milioni secondo il Messaggero). All’ultimo istante, anche grazie a un trasferimento della Regione Lazio presieduta da Nicola Zingaretti, il fallimento dell’Atac è stato sventato.

Comunque il cda della municipalizzata è stato rottamato, a mo’ di capro espiatorio per i fattacci delle ultime settimane. Eppure le cronache raccontano come gli stessi manager defenestrati abbiano avviato innovazioni contrattuali tali da aver fatto imbufalire dipendenti e sindacati. Ha scritto ieri Diodato Pirone del Messaggero: “Sul tran tran degli 11.800 dipendenti pioverà una sorta di bomba atomica: il nuovo contratto aziendale firmato lo scorso 18 luglio. Il contratto ruota intorno a un principio semplicissimo: più lavori (bene), più guadagni. (…) Dal primo agosto ogni macchinista passerà da 736 a 950 ore di guida all’anno. (…) Le officine apriranno H24, giorno e notte, con l’obiettivo di eliminare la vergogna attuale del fermo quotidiano del 40% dei 2.200 autobus della flotta”.

Mentre la situazione si iniziava a chiarire, un video di un autista Atac ha fornito informazioni e notizie interessanti. L’autista ha svelato che molti autisti sono pronti a prendere servizio ma sovente gli autobus sono guasti, altre vetture non sono disponibili e i meccanici non riescono a mettere in sesto gli autobus per mancanza di pezzi di ricambio. Un video-denuncia che dice più di molti articoli. Anche di quelli più completi.

Benvenuti nel fantastico mondo di Atac.

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