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Atac, il caso dei bus fantasma

Ennesima tegola sull’agonizzante Atac. Nell’attesa di quel partner industriale evocato dal sindaco Ignazio Marino per rimettere in sesto un’azienda che perde tra i 100 e i 150 milioni all’anno (140 milioni la perdita nel 2014), c’è un’altra novità, non troppo esaltante. I 700 autobus nuovi di zecca appaltati dall’azienda la scorsa primavera rischiano di non arrivare mai.

Nessuno, almeno per il momento, vuole rischiare di vendere ad un’azienda tecnicamente fallita, come dimostrato un’analisi dell’economista Andrea Giuricin pubblicata giorni fa su formiche.net, i mezzi in questione. Tanto che la gara d’appalto è andata ancora una volta deserta, nonostante le due proroghe del 15 e 30 luglio. E ora ci sarà una disperata proroga in extremis, l’11 settembre. Non proprio una bella notizia visto e considerato che tra meno di 5 mesi c’è il Giubileo, con milioni di pellegrini pronti a invadere Roma. Ma tant’è.

E pensare che lo scorso 20 maggio, sul sito di Roma Capitale campeggiava un comunicato il cui inizio recitava “presto saranno in strada 700 nuovi bus”. Parole smentite dai fatti, almeno per ora. Il bando in questione, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a maggio, prevedeva un accordo quadro per la fornitura in leasing decennale di 700 autobus a motore diesel, con un primo lotto da 100 mezzi consegnato tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. Il tutto a fronte di un pagamento, da parte di Atac, di un canone di leasing di 10 milioni all’anno.

Una gran bella idea, quella di rinnovare l’obsoleto parco mezzi (40% dei mezzi fermi nelle rimesse) se non fosse che, primo, l’azienda in questione vanta bilanci da profondo rosso a causa di livelli di inefficienza da guinness dei primati. Secondo, al Campidoglio non devono aver tenuto più di troppo conto del possibile impatto psicologico di tale crisi sulla fiducia dei fornitori. Con il risultato che nessuna azienda ha deciso di  partecipare alla gara, non avendo alcuna fiducia nella capacità di Atac di onorare i pagamenti. A spaventare i vari costruttori, come Iveco e Irisbus l’elevata insolvenza di Atac. Per non parlare delle banche, necessarie alla stipula di un contratto di leasing e che a quanto pare non si fidano un granché. D’altronde la domanda è lecita. Può un’azienda a rischio default, con oltre 400 milioni di debiti, garantire un pagamento di un leasing da 10 milioni all’anno per 10 anni?

Comunque vadano le cose, un dato è certo: ormai per l’inizio del Giubileo non potrà arrivare nessun autobus. Infatti, ipotizzando nella migliore delle ipotesi una proroga a settembre, se anche ci fossero offerte, la gara non verrebbe aggiudicata prima di fine ottobre, con firma dei contratti a novembre e consegna dei primi due-tre esemplari di pre-produzione, necessari a consentire la verifica da parte di Atac della conformità alle specifiche del capitolato, tra dicembre e gennaio. Insomma, bene che vada, i primi autobus nuovi potrebbero entrare in servizio a metà del Giubileo.

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