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Cervelli in fuga, tornate! Bonus Irpef in arrivo

Esiste un nuovo tipo di (auspicato) rientro di capitali: quello umano. E soprattutto del Sud. La Commissione Finanze della Camera ha infatti approvato il decreto legislativo sulla internazionalizzazione delle imprese, recependo i principali contenuti dalla risoluzione a prima firma Alessandro Pagano (Ap),  sottoscritta inoltre da tutti i gruppi parlamentari. Questa favorisce il rientro dei nostri “cervelli in fuga” attraverso uno sconto Irpef sul reddito prodotto del 30%.

IL BONUS AI CERVELLI

L’idea, come per lo scudo fiscale, è quella di incentivare i ragazzi che hanno portato il loro know how all’estero. Secondo quanto previsto dalla norma, chi rientra in Italia potrà usufruire di uno sconto Irpef del 30% per cinque anni per tutto il reddito prodotto in Italia. Le condizioni per ricevere il bonus sono tre: non essere residente in Italia da almeno cinque anni, una volta tornati svolgere l’attività lavorativa principalmente sul territorio italiano e che questa attività richieda un alto livello di specializzazione e il titolo di laurea. Ma c’è un’ulteriore incentivo riservato ai cervelli meridionali. La percentuale di sconto sull’Irpef sarà infatti maggiore se a tornare dalla fuga saranno ex-residenti di regioni del Sud.
“Un’attenzione particolare per le regioni del Mezzogiorno è necessaria. In queste il rientro di lavoratori a più alta qualificazione può avere effetti particolarmente significativi ai fini del recupero del ritardo nello sviluppo economico e non solo”, dice Pagano.

I NUMERI DELLA FUGA

Secondo le stime prodotte dall’Ocse gli Stati Uniti, con 450mila migranti, sono risultati come prima meta degli espatriati italiani, soprattutto tra gli uomini over 40. Seguono Francia (350mila), Paese favorito dalle donne, e poi Germania (340mila) e Canada (260mila), mete preferite da migranti con un livello di istruzione più basso. Vi starete chiedendo dove sia finito il Regno Unito; il Paese d’oltremanica, secondo un report pubblicato da l’Espresso, si posiziona al primo posto tra i ragazzi con un alto livello di istruzione e con età compresa tra i 24 e i 35 anni.

I SOLDI DELLA FUGA

Il grande problema (dal punto di vista dello Stato) della maggior parte dei giovani migranti è che l’alto livello d’istruzione acquisito in Italia viene poi speso all’estero. Secondo un articolo pubblicato da Forexinfo “ogni individuo formato, dall’asilo all’università, costa all’Italia 163 mila euro”. Inoltre, Secondo l’Istat, se nel 2009 i laureati che sono andati all’estero sono il 19% degli italiani, nel 2013 il numero è salito al 24%. Il numero, inoltre, negli ultimi due anni è necessariamente salito per il fatto che molti “cervelli in fuga” scappano senza comunicarlo all’anagrafe.

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