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Tutti i pensieri di Theresa May, il ministro inglese che non gradisce gli immigrati a caccia di lavoro

Con una dichiarazione congiunta, la Francia e il Regno Unito hanno annunciato nuove misure per dare una risposta all’emergenza immigrazione. Il ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, e l’omologo britannico Theresa May, hanno sottolineato che, nel lungo periodo, qualsiasi soluzione “necessita di una riduzione del numero di persone che abbandonano l’Africa per arrivare in Europa”. Entrambi hanno assicurato che è “priorità assoluta” mettere fine alla crisi migratoria nel porto di Calais, preso d’assalto nelle ultime settimane da nuovi immigrati.

MIGRANTI CON LAVORO

Sulle pagine del Sunday Times, May ha proposto al governo di David Cameron di lasciare entrare in Inghilterra soltanto gli immigrati con un’offerta di lavoro concreta o gli specialisti di un settore determinato. “Quando è stata disegnata la libertà di movimento, questa era pensata per facilitare le trasferte per lavoro, ma non per attraversare le frontiere cercando lavoro o sollecitando aiuti sociali di altri Paesi”, ha detto May.

RECORD DI ARRIVI

La preoccupazione del governo inglese parte da un fenomeno reale in aumento. Il flusso di migranti in Gran Bretagna è ai massimi storici. Secondo i dati ufficiali dell’Istituto di Statistica britannico, circa 330mila persone, di cui 183mila di altri Paesi Ue, sono arrivati nel primo trimestre del 2015. Di questi, molti sono italiani: circa 57mila arrivi dall’Italia, il 37% in più rispetto agli anni precedenti.

TUTTO COLPA DI SCHENGEN

Per il ministro degli Interni britannico è tutto colpa del Trattato di Schengen. L’accordo è il responsabile della crisi migratoria attuale perché aveva creato un’Europa senza frontiere e con limiti esterni che permettono un il libero traffico di immigranti una volta dentro il territorio europeo.

ILLUSIONI DI PROSPERITÀ

Nel comunicato pubblicato dal quotidiano Le Journal du Dimanche, Cazeneuve e May hanno detto che “non esiste una soluzione semplice” e nessuno dei due Paesi “può gestire da solo questa problematica”. “Per molti – hanno spiegato – l’Europa e soprattutto il Regno Unito sono sinonimi di prospettive di prosperità. Quella illusione alimenta il commercio funesto di trafficanti, per cui dobbiamo aiutare i Paesi africani a creare possibilità di sviluppo economico e sociale”.

DECISIONI IMPORTANTI

Nell’ultimo vertice dei ministri degli Interni europei, May ha insistito che la crisi immigrazione dovrebbe allertare i leader europei sulla libertà di movimento di persone all’interno dell’Unione europea: “Arrivano da qualsiasi Paese dell’Ue e da lì possono transitare senza difficoltà. E dove vanno? Nei Paesi come il nostro, dove ci sono benefici sociali, istruzione gratuita e molte altre facilitazioni. Se vogliamo controllare l’immigrazione e ridurre le cifre di arrivo, dobbiamo prendere decisioni importanti che daranno fastidio ad alcuni ma ristabiliranno il principio originale di controllare il libero movimento delle persone dentro l’Unione europea”. Secondo il ministro, l’immigrazione fuori controllo grava su salari, occupazione, coesione sociale e assistenza sanitaria dei Paesi europei, oltre che “alle economie, società e benessere di chi decide di venire qui”.

Per questo motivo Londra ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro per la costruzione di un’area di protezione per camion e tir con destinazione Regno Unito e di un punto di controllo più rigido al terminal di Coquelles.

TERRORISTI DI CASA

Un altro chiodo fisso di May riguarda le misure anti-terrorismo contro i cosiddetti “lupi solitari”. Il ministro crede che questa operazione debba partire dalla famiglia e ha lanciato un appello dalla Bbc ai genitori britannici perché denuncino i propri figli se hanno il sospetto di elementi estremisti: “Chi si preoccupa degli atteggiamenti di un figlio o una figlia, o magari anche un amico, deve contattare le autorità immediatamente e dirci cosa sta succedendo”. Dopo l’attacco a Tunisi, in Inghilterra l’allarme terrorismo è stato elevato a “minaccia severa”.

VALORI BRITANNICI

Per molti May è l’erede naturale di Cameron. Il ministro combatte una battaglia contro il radicalismo islamico. Durante la campagna elettorale di maggio, il ministro ha promesso di impegnarsi in una riforma legale per vietare la presenza di “predicatori di odio” nelle moschee britanniche e di “pulire le scuole e università di apologisti del salafismo”. Inoltre, ha annunciato un piano per combattere le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e i crimini di onore. Nelle carceri della Gran Bretagna saranno disposti funzionari dedicati alla lotta contro il proselitismo islamico.

“Non sarà più tollerato il rifiuto dei nostri valori da parte degli estremisti islamici”, ha detto May. La sua strategia a favore della cultura inglese prevede la limitazione della sharia e nuovi fondi destinati alla traduzione e insegnamento dell’idioma inglese.

GRANDE FRATELLO (ANTI-TERRORISMO)

May ha annunciato che interverrà anche nel settore dell’informatica per garantire la sicurezza nazionale. Nuove misure anti-terrorismo imporranno alle compagnie di telecomunicazioni di registrare le attività degli utenti su computer e smartphone, per dare la possibilità alla polizia di identificare possibili sospetti. Il Wall Street Journal sostiene che l’annuncio del governo britannico faccia parte di una strategia globale nella lotta contro il terrorismo. May ha voluto rassicurare i britannici: anche se dati e telefonate non saranno più anonimi, le autorità non violeranno la privacy dei cittadini con questo nuovo strumento, ma cercheranno semplicemente di evitare nuovi attentati in Europa.

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