Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Cinema e tv, il ruolo dell’audiovisivo di animazione

Per qualità della produzione, rappresenta una delle eccellenze culturali italiane. Eppure oggi il settore di film d’animazione non se la passa poi così bene. Gli investimenti – pubblici e privati – scarseggiano mentre la legislazione in vigore ha bisogno di essere aggiornata.

IL CONVEGNO

Dei problemi del comparto e delle possibili soluzioni si è parlato ieri alla Camera dei deputati durante l’incontro: “L’animazione cambia marcia, il futuro del cinema e dell’audiovisivo di animazione” in cui è stato presentato uno studio curato da Asseprim-Confcommercio e Cartoon Lombardia.

LA FOTOGRAFIA DEL SETTORE

Il mercato produce un fatturato di 200 miliardi di dollari pari al 10% del Pil italiano. A questa montagna di soldi l’Italia però contribuisce solo in minima parte – per meno dell’1% – come ha osservato Luigi Viganò, vicepresidente di Asseprim-Confcommercio. Un dato significativo che evidenzia quanta strada il nostro Paese debba ancora percorrere.

LE PAROLE DI PALMIERI

A promuovere tra gli altri l’iniziativa è stato il deputato di Forza Italia, Antonio Palmieri. “Ho voluto accendere i riflettori sul mondo dell’animazione italiano che da sempre è poco considerato dall’establishment culturale, politico e mediatico del nostro Paese – ha detto – Ascoltare le istanze del settore – come è accaduto durante questa mattinata – è fondamentale per programmare il tanto lavoro che ancora bisogna fare. Quello di oggi è solo il calcio d’inizio”.

L’IMPEGNO DI GIACOMELLI

Un settore sul quale il governo è pronto a scommettere. “C’è tutta la nostra volontà” ha garantito il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli. “Il tax credit è un primo passo”, ha aggiunto Giacomelli che ha poi proposto l’apertura di un tavolo permanente di confronto per comprendere le potenzialità e le difficoltà dell’animazione e quali interventi promuovere: “Dobbiamo giocare all’attacco, rilanciare, essere protagonisti. Per fare ciò, è necessario che cambino tutti gli attori in gioco, il soggetto pubblico ma anche gli operatori del mercato”, ha detto.

LA RAI DEI BAMBINI SECONDO MESSA

Al dibattito ha partecipato anche Paolo Messa, consigliere di amministrazione della Rai e fondatore di Formiche, autore la scorsa settimana sull’Unità di un intervento su quale televisione offrire ai nostri bambini (articoli e successivi interventi in questa sezione del sito). Messa ha affermato la necessità che la Rai si caratterizzi per la funzione educativa dei prodotti che propone: “Dobbiamo investire su questo aspetto. Siamo il servizio pubblico, gli italiani e le famiglie ogni anno ci versano dei soldi. La produzione destinata ai bambini e l’animazione devono costituire una parte fondamentale del nostro lavoro”.

LE PROPOSTE DI ASCANI

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Anna Ascani, deputato Pd e membro della Commissione Cultura della Camera. Tra le proposte suggerite da Ascani, quella di eliminare la pubblicità dai canali Rai dedicati ai più piccoli. “Il servizio pubblico è quello che si fa carico della formazione dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Nella loro tv la pubblicità non ci deve essere. Secondo noi la Rai deve svolgere una funzione pedagogica che si manifesta anche in una scelta del genere. Se siamo servizio pubblico, su qualcosa ci dobbiamo contraddistinguere rispetto agli altri attori. E questa può essere una soluzione importante.

GLI AUSPICI DI FOLLINI

Di televisione come mezzo per promuovere la cultura ha parlato anche Marco Follini, presidente Associazione Produttori Televisivi. “L’animazione è un linguaggio universale, uno strumento culturale che consente di parlare a una fetta rilevante della popolazione”, ha detto l’ex ministro delle Comunicazioni. Certo, è necessario crederci e sostenerla, a cominciare dalla costruzione dei palinsesti televisivi. Su questo aspetto, l’ex vicepresidente del Consiglio non ha dubbi: occorre potenziare sui canali generalisti la produzione dedicata a bambini e ragazzi. “Abbiamo pensato che tutto potesse essere compensato dai canali tematici – ha detto Follini – Dobbiamo scommettere e puntare su un impegno maggiore delle reti generaliste che hanno un po’ abbandonato il campo

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter