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Il futuro è sbarcato a Roma con Maker Faire

Non è come stare sul set di 2001 odissea nello spazio. Ma quasi. Chiunque entri a Maker Faire ha la sensazione di trovarsi su un altro pianeta, dove la tecnologia e le macchine sostituiscono gli uomini. Poi però ci si ricorda che le invenzioni sono opera degli stessi uomini. E allora si ritorna sulla Terra.

CHE COS’E’ MAKER FAIRE

Succede un po’ tutto questo a Maker Faire Rome, la kermesse a livello europeo giunta alla terza edizione in scena fino ad oggi negli spazi dell’Università La Sapienza di Roma, interamente dedicata all’innovazione tecnologica. Circa 600 stand per altrettante invenzioni, tutte frutto dell’immaginazione di giovani e meno giovani talenti con qualcuno che, tra le migliaia di curiosi accorsi, definisce la kermesse come “un viaggio di sola andata per il futuro”. In effetti, se all’improvviso spuntasse dal nulla un Terminator con le sembianze di Arnold Swharzennegger non ci sarebbe da stupirsi più di tanto.

PICCOLE (E GRANDI) INVENZIONI

E così succede, per esempio, di imbattersi in un mega robot altro poco meno di due metri, chiamato Walkman, e perfettamente in grado di compiere gesti molto “umani”, come allungare le braccia, agguantare cose o tagliare nastri. Walkman, sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, è stato messo a punto per intervenire in casi di emergenza e in questa tre giorni di innovazione è diventato una sorta di mascotte di Maker Faire. Altra invenzione, in formato più piccolo, uNav, una scheda di controllo di ultima generazione, dalle dimensioni di soli 4 centimetri che può essere alloggiata su robot di ogni dimensione e muovere contemporaneamente due motori.

NON SOLO CYBERNETICA

Ma non ci sono solo le invenzioni ad alto contenuto tecnologico. Ce ne sono anche di più “semplici” (si fa per dire), dedicate magari alla sicurezza. Ecco per esempio Pineneedles, lo skateboard realizzato con resina e aghi di pino, a Soccer in a box, il biliardino digitale. Oppure Arrow Jacket, un giubbino con frecce integrate pensato per la sicurezza dei ciclisti e inventato da un ragazzino di 15 anni. E poi decine di altre diavolerie moderne, ma tutte con una loro utilità di fondo. Un potenziale, quello della creatività che si trasforma in innovazione, che fa bene anche all’economia e, forse, in grado di cambiare il Paese. Ne è convinto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che venerdì ha visitato gli stand. “Investire nelle opportunità cambierà rapidamente la pelle all’Italia», ha sottolineato con tweet vocale. Peccato solo per le contestazioni da parte di alcuni studenti.

UNA FIERA 2.0 DA TUTTO ESAURITO

L’immaginazione applicata alla tecnologia sembra esercitare sempre più appeal sui giovani, i cosiddetti nativi digitali, ma anche sulle vecchie generazioni. Venerdì, giornata di apertura di Maker Faire, si sono registrate 15.000 presenze dalle 9 di mattina fino a sera. E anche oggi la tre giorni tecnologica, tra gli appuntamenti più importanti a livello europeo, ha fatto registrare il pienone. Alla prossima.

 

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