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Perché la Francia di Hollande è nel mirino jihadista

Ancora terrore a Parigi. Dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, oggi almeno tre conflitti a fuoco ed esplosioni vicino agli stadi hanno provocato una nuova strage. Sono oltre un centinaio i morti accertati sinora, mentre alcune decine di ostaggi sono stati liberati in un blitz. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis che ha detto di aver colpito la Francia per il suo intervento in Siria. “Questo è l’11 Settembre della Francia”, hanno dichiarato i jihadisti.

GLI EPISODI

La prima sparatoria, a colpi di kalashnikov, c’è stata in un ristorante del decimo arrondissement di Parigi, vicino a Rue Bichat. La seconda è avvenuta in un rinomato locale notturno Le Bataclan, dove si teneva un concerto della band americana Eagles of Death Metal. Dunque, un’altra sparatoria in un bar dell’XI arrondissement. Infine almeno tre esplosioni sono state anche udite attorno allo Stade de France, alla periferia di Parigi, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania. Il presidente François Hollande, presenta all’incontro, è stato scortato dall’impianto per ragioni di sicurezza e si è recato al ministero dell’Interno per una riunione di emergenza con titolare del dicastero, Bernard Cazeneuve.

LE PAROLE DI HOLLANDE

Il presidente Hollande è intervenuto per rivolgersi alla nazione e ha dichiarato lo stato d’urgenza e la chiusura delle frontiere. “Sono attacchi senza precedenti, un vero orrore”, ha detto. “Chiedo l’aiuto di tutti i francesi, perché siano uniti”.

LE RAGIONI DEGLI ATTACCHI

A pochi mesi di distanza dall’ultimo episodio di violenza, la Francia è tornata così nel mirino dei jihadisti. L’attacco è stato rivendicato dai drappi neri, che hanno detto di aver colpito la Francia per il suo intervento in Siria, che Hollande ha deciso recentemente di intensificare.

L’AZIONE CONTRO L’ISIS

La Francia ha deciso infatti di inviare nuovamente nel Golfo Persico la portaerei Charles De Gaulle per impiegarla nelle operazioni militari contro lo Stato Islamico. La nave, che Reuters ha spiegato si muoverà con il suo gruppo di battaglia (composto da alcune fregate, una nave da rifornimento e da un sommergibile nucleare), è già stata impiegata come rampa di lancio per i raid contro le postazioni del sedicente Califfato da febbraio ad aprile di quest’anno.
Hollande ha definito la decisione “razionale”, in quanto permetterà ai caccia francesi di “essere più efficienti in coordinamento” con gli alleati. Attualmente Parigi ha operativi contro l’Isis sei caccia Mirage di stanza in Giordania e altri sei Rafale che decollano da un base negli Emirati Arabi Uniti. La presenza della De Gaulle, la più grande nave da guerra francese che può contenere fino a 40 velivoli e operare 100 voli giornalieri, potrebbe per gli esperti ridurre i tempi di operatività e di percorrenza degli aerei.
Secondo dati riportati dall’Agence France Presse, da quando la Francia ha avviato la campagna di bombardamenti nella coalizione anti Isis guidata dagli Usa, ha compiuto 271 airstrike, a fronte di 1285 missioni. I raid si sono concentrati quasi esclusivamente sull’Iraq. Soltanto due hanno interessato il territorio siriano, per andare a colpire direttamente jihadisti francesi ritenuti potenzialmente pericolosi per il “terrorismo di ritorno”.

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