Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

L’esempio del Marocco contro Isis. Parla Boccolini

“…E chi, tra noi, ci tiene alla distinzione tra islamisti radicali e moderati oltre che evocarla ed agitarla in termini giustificatori ed assurdi, del tipo ‘i terroristi non c’entrano con l’Islam’ (come si diceva delle BR col comunismo) faccia un’autocritica. Il terrorismo si batte con le armi. Ma anche con una battaglia culturale e ideale: Islam moderato, se ci sei, batti un colpo!”. Questo l’appello di Umberto Minopoli su Formiche.net. Mentre Parigi cerca ancora di riprendersi dalla strage del 13 novembre, il filosofo e scrittore Corrado Ocone arrivava a una conclusione“Gli islamici non fanno sentire chiara e netta la loro voce di condanna dell’islamismo politico da una parte perché c’è nel loro mondo una vasta ‘zona grigia’ che, anche se non passa all’azione, copre e giustifica (almeno in parte) chi ha fatto la scelta più radicale; dall’altra, perché sentono ‘aria di famiglia’ in chi passa alla jihad”.

VOCE DELL’ISLAM MODERATO

Ci sono però alcune voci che già prendono le distanze dal furore jihadista e distinguono l’Islam dalle azioni radicali compiute in suo nome. In una conversazione con Formiche.net, Hamza Boccolini, giornalista dell’Agenzia Novarivendica l’impegno dell’Islam moderato in Europa, ricordando che “i terroristi si combattono con le azioni, non solo militari ma anche sociali e culturali”. Boccolini insegna all’Università degli Studi di Napoli. Ha fondato la moschea a Piazza del Mercato a Napoli ed è stato membro attivo dell’Assemblea dei soci del Centro islamico culturale d’Italia (Grande Moschea di Roma). Ha lavorato all’agenzia Aki – Adnkronos international e ha collaborato con diverse testate italiane e internazionali. I suoi articoli sulla galassia jihadista nel web sono stati premiati con il premio Ischia per il giornalismo 2010.

LE COLPE DELL’EUROPA

Secondo Boccolini, moschee e istituzioni islamiche sono state lasciate in mano a chi le ha gestite politicamente e non con spirito religioso. Ciò ha lasciato spazio alla radicalizzazione e alla nascita di seconde e terze generazioni di fondamentalisti non integrati. “Penso che le reazioni dei musulmani contro il terrorismo debbano esserci quotidianamente. In Europa e in Italia l’Islam moderato è stato poco supportato dalle autorità. Ci sono molti punti di riferimento: i più importanti sono la Grande Moschea di Roma, con l’imam Muhammad Hassan e il segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia, Abdellah Redouane. Un altro riferimento internazionale è il Marocco, un Paese dove convivono cristiani, musulmani ed ebrei in totale armonia”, ha spiegato Boccolini.

IL MODELLO MAROCCHINO

Boccolini crede che quello implementato da Muhammad VI in Marocco sia uno degli esempi più rilevanti di Islam moderato, un modello da importare in Europa: “Non solo è un capo di Stato, ma anche un leader religioso. Ha inaugurato la scuola per imam a Rabat, dove confluiscono “guide spirituali” da tutti i Paesi africani e imparano come professare il sufismo e l’islam moderato”. Meno di due mesi fa il presidente francese François Hollande ha incontrato Muhammad VI durante una visita in Marocco. Nell’occasione i due hanno siglato un accordo per promuovere la partecipazione degli imam francesi alla scuola.

L’ODIO JIHADISTA

Il giornalista indiano naturalizzato statunitense Fareed Zakaria è diventato celebre nel 2001 grazie a un saggio pubblicato su Newsweek dal titolo: “Perché ci odiano”. In quella riflessione, lo scrittore diceva che gli attacchi dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e al Pentagono non c’entravano con l’Islam, ma con il radicalismo di Al Qaeda e Osama Bin Laden. Ma oggi che Bin Laden è morto e Al Qaeda è molto meno forte, cosa spinge i jihadisti a odiare l’Occidente? Secondo Boccolini il terrorismo si alimenta dell’ignoranza della religione islamica: “Molto di quello che sta facendo lo Stato Islamico è vietato nel Corano. L’Islam è una religione che promuove la pace e la tolleranza”. “Alla base del conflitto c’è una ragione politica”, ha concluso Boccolini: “Lo scontro tra sunniti e sciiti”. La maggior parte delle vittime di questa guerra sono infatti musulmane, se si guarda a ciò che succede in Iraq e in Siria. L’Occidente ha già fatto grossi danni. Basta guardare la Libia. La comunità internazionale dovrebbe sostenere l’Islam moderato e non soffiare più sul fuoco”.

×

Iscriviti alla newsletter