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Metalmeccanici, il buon contratto secondo la Uilm

Pubblichiamo il testo dell’articolo d’apertura di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm che sarà on line giovedì 12 novembre

Un avvio positivo. Così può riassumersi il giudizio sull’incontro tra Federmeccanica, Assistal e noi il 5 novembre nella sede di Confindustria a Roma. A quel tavolo abbiamo esposto sinteticamente il contenuto della piattaforma contrattuale di Uilm e Fim; ascoltato gli elementi della piattaforma diversa dei metalmeccanici della Cgil; udito la posizione degli imprenditori metalmeccanici. Dopo il primo incontro seguirà il secondo ed il 4 dicembre ci ritroveremo nello stesso luogo e al medesimo tavolo per avviare un confronto serrato tra le parti e per entrare nel merito delle questioni. Ma procediamo per ordine.

I NUMERI

Ho definito giusto ciò che è alla base delle nostre richieste: un salario di 105 euro lordi medi mensili nel triennio; una profonda rivisitazione dell’inquadramento professionale; poi, formazione professionale come diritto soggettivo dei lavoratori, welfare integrativo e diritti di partecipazione. Insomma, una piattaforma ambiziosa per un contratto nazionale.

LA POSIZIONE DI FIM E FIOM

Marco Bentivogli della Fim ha fatto altrettanto. E mi ha colpito la esposizione compiuta da Maurizio Landini: una conferma del fatto, a parte alcune formulazioni ancora di parte, che tra la nostra e quella della Fiom, non ci sono differenze abissali, ma molteplici punti di contatto. Insomma, al di là delle differenze ovviamente presenti fra queste due piattaforme, la vera distanza è quella che separa le rivendicazioni sindacali dall’impostazione di Federmeccanica. Infatti, anche se con modalità diverse, sia Fim e Uilm, sia la Fiom, attribuiscono al contratto nazionale la funzione di distribuire degli aumenti salariali all’insieme dei lavoratori della categoria.

COSA PENSA FEDERMECCANICA

E’ Federmeccanica a pensarla diversamente. Secondo Fabio Storchi, presidente della federazione degli imprenditori metalmeccanici, il contratto nazionale dovrebbe solo avere un ruolo regolatorio e di garanzia, cioè fissare i minimi retributivi, mentre gli aumenti veri e propri, se ci sarà ricchezza prodotta da retribuire, dovrebbero essere di esclusiva competenza della contrattazione aziendale. Quindi, c’è di più. La stessa Federmeccanica ha dichiarato, avendo ricevuto anche il mandato dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, di puntare ad un’intesa utile a normare i rapporti di lavoro dei metalmeccanici e di stabilire, dentro lo stesso Ccnl metalmeccanico, le relazioni funzionali tra contrattazione nazionale e quella aziendale.

LA POSIZIONE DI STORCHI

Tanto per cominciare, nel rispetto di questa falsariga, Storchi ha accennato a quei 75 euro in più andati in busta paga ai metalmeccanici derivanti dalla differenza dell’andamento dell’inflazione registrata ex post. In avvio di trattativa si mostrano i muscoli e, in questo senso, è legittima anche l’ipotetica restituzione dei 75 euro, richiesta dalla controparte.

COSA DICE LA UIL

E’ bene sottolineare, però, che il segnale intravisto non depone bene, dato che anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha colto la volontà di ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori. Occorre far da subito chiarezza e chiamare le cose col loro nome. Di fatto, Federmeccanica, più che i soldi indietro, dovuti a quei quattro punti di differenza percentuale tra inflazione attesa e reale, ci ha proposto la questione del salario minimo garantito. Così com’è la situazione nelle realtà del mondo metalmeccanico il modello proposto può destabilizzare l’intero sistema contrattuale, perché gli incrementi salariali proposti sarebbero percepibili solo dagli addetti con minimi contrattuali esistenti.

I DATI DEL COMPARTO

All’interno del nostro settore ci sono quasi due milioni di lavoratori con retribuzioni diverse e l’ipotetico salario minimo andrebbe solo a quelli senza ulteriori emolumenti retributivi. Noi stimiamo che si tratta di un bacino corrispondente al 3% dei metalmeccanici e non si può rinnovare un contratto che darebbe benefici solo a loro. Riguardo, poi, alla volontà di Federmeccanica di arrivare ad un contratto innovativo con il placet di Confindustria, è utile rammentare che la confederazione degli industriali guidata da Squinzi ha provato a realizzare un’intesa con Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno provato a condizionare Confindustria e alla fine non c’è stata la possibilità di realizzare un’intesa. Lo stesso presidente di Confindustria  ha preferito la scorciatoia di far realizzare un accordo contrattuale ai chimici, cioè alla sua categoria, mettendoli in sicurezza. Ora decide di buttare la palla che non ha giocato a livello confederale nel campo dei metalmeccanici.

COSA OCCORRE EVITARE

La peggiore umiliazione che potremmo infliggergli è proprio quella di modificare il sistema contrattuale nei punti dove non è riuscita Confindustria. E’ bene che Federmeccanica non si presti a questo gioco. Ma gli stessi imprenditori metalmeccanici devono sapere che siamo disponibili a fare un contratto innovativo, ma dietro  la parola innovazione non dovrà celarsi la deregolamentazione del sistema contrattuale. Il sistema in questione a livello nazionale è stato una delle cose più importanti e più belle che abbiamo avuto, nel senso che ha riguardato  tutti i lavoratori e soprattutto ha mantenuto una funzione legislativa. Tuttora i contratti nazionali di lavoro vengono utilizzati dalla magistratura del lavoro come punto di riferimento per regolare gli eventuali contenziosi esistenti tra le parti. Solo per questo devono continuare ad essere tutelati contro ogni forma di deregolamentazione.

 

GLI SCENARI CONTRATTUALI

Dobbiamo guardarci anche intorno. Prima ho citato il contratto dei chimici. L’intesa raggiunta è stata positiva, proprio perchè ha mantenuto i criteri dei sistemi contrattuali, il primo e il secondo livello, cioè quello nazionale e quello legato agli obiettivi aziendali. E’ possibile che anche gli alimentaristi a breve giungano ad un risultato analogo. Se così sarà anche i metalmeccanici potranno seguire lo stesso percorso. Le nostre richieste salariali sono in linea con quelle delle altre categorie che hanno rinnovato o devono rinnovare i loro contratti.

GLI OBIETTIVI DELLA UILM

Il nostro obiettivo è quello di un contratto che mantenga i due livelli di contrattazione, che stabilisca un salario minimo per tutti i lavoratori, che definisca la possibilità di poter rinnovare i contratti di secondo livello. Questo è il buon contratto. Tra Federmeccanica e noi, rispettando questa logica, esiste al momento una distanza qualitativa, oltre che quantitativa, dovuta al divario delle funzioni che si vorrebbero attribuire ai diversi livelli negoziali. Siamo impegnati prima e dopo la data del prossimo 4 dicembre a ridurre ogni tipo di divario tra le parti e a far caratterizzare il tavolo in Confindustria dalla logica comune del buon contratto. Vanno colmate le distanze con una giusta soddisfazione reciproca. Faremo il possibile per riuscire nell’impresa.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm

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