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Ecco come la meccanica fa felice Renzi e il made in Italy

Sono 4A che rendono grande il made in Italy all’estero: Agroalimentare, Abbigliamento-moda, Arredo-casa, Automazione. Ma è soprattutto quest’ultima voce, sconosciuta al grande pubblico, che pesa per oltre il 50% nella produzione italiana ad incidere favorevolmente nella bilancia commerciale. Se riparte il settore delle macchine, allora vuol dire che il made in Italy ha rialzato davvero la testa ed è uscito dal tunnel della recessione economica.

A leggere i dati di UCIMU, l’associazione che riunisce le aziende produttrici delle macchine utensili, il punto di svolta è arrivato. Nel 2015 infatti la produzione è cresciuta a 5,4 miliardi di euro, segnando un incremento del 12,2% rispetto all’anno precedente. Un risultato possibile sia dal positivo andamento delle esportazioni sia da quello delle consegne dei costruttori sul mercato interno, a conferma della ripresa degli investimenti avviata nel 2014. Un risveglio, quello della domanda di sistemi di produzione che ha premiato sia le consegne dei costruttori, salite a 1,9 miliardi di euro, il 21% in più rispetto all’anno precedente, sia le importazioni cresciute, del 45,5%, a 1,6 miliardi di euro. Così dopo un anno difficile come il 2014, già questo anno le esportazioni sono tornate a crescere in modo deciso, registrando un incremento del 7,9%, a 3,5 miliardi di euro.

La mappa di questa impennata è fotografata dagli analisti di UCIMU che, su base Istat nei primi otto mesi dell’anno, hanno evidenziato dove crescono maggiormente le nostre esportazioni: Stati Uniti 248 milioni (+10,8%), Cina 232 milioni (+0,5%), Germania 227 milioni (+7,1%) e Russia 133 milioni (+38,1%) che rappresentano i principali mercati di riferimento, seguiti da Francia 114 milioni (+23,5%), Polonia 77 milioni (+21,3%) e Regno Unito 77 milioni  (+88,2%).

Attenzione però, fanno notare i tecnici che la fiammata va accompagnata da misure che possono consolidare la ripresa in atto. Il riferimento è in particolare alla norma voluta dal premier Matteo Renzi sul superammortamento del 140% sui macchinari acquistati e presente nella legge di Stabilità. “Una norma certamente positiva – spiega a Formiche.net Luigi Galdabini, presidente di UCIMU – noi chiediamo però che sia introdotto un emendamento al testo attualmente in discussione affinché questa misura possa essere applicata a tutti i macchinari ordinati (anziché consegnati come prevede il testo attuale) entro il 31 dicembre 2016, e consegnati entro il 30 giugno 2017. A garanzia della correttezza delle operazioni occorre prevedere cioè che l’ordine sia accompagnato da acconto tracciato o da pagamento con canoni di locazione finanziaria per almeno il 20% del valore dell’investimento”.

Non è questione da poco. È una modifica che permetterebbe all’intero settore di non sedersi sugli allori ma di continuare ad investire, soprattutto in ricerca e sviluppo, i comparti che poi rendono più performante la nostra meccanica rispetto, ad esempio, a quella cinese che è molto cresciuta negli ultimi anni. “Con la nostra proposta – rimarca Galdabini – sarebbe distribuito in modo più equo, tra costruttori e importatori, il beneficio derivante dalla misura che, attualmente, avvantaggia maggiormente, almeno nella fase finale, gli importatori e i distributori che forniscono beni pronta consegna rispetto alle piccole e medie imprese italiane abituate a lavorare su commessa e prodotti fortemente personalizzati, la cui produzione si protrae generalmente per diversi mesi”.

“Occorre ribadire la necessità di misure capaci di sostenere, in modo strutturato, il rilancio del mercato domestico e del manifatturiero italiano che, ad oggi, sta operando con sistemi di produzione spesso obsoleti. Oltre al superammortamento e alla  nuova Sabatini, già rifinanziata per tutto il 2016, dovrebbe essere la revisione dei coefficienti di calcolo degli ammortamenti, fermi al 1988” ammonisce il presidente di UCIMU.

Se tutto, comunque andrà per il verso giusto, l’ondata di vendite e acquisti del 2015 permetterà all’industria della meccanica di avere un 2016 più che roseo. La produzione secondo l’analisi di UCIMU si potrà attestare intorno ai 5,8 miliardi di euro, significherebbe avvicinarsi ai livelli della pre-crisi (nel 2008 era di 6 miliardi di euro).

Come dire la recessione è brutto film ma che appartiene oramai al passato. Almeno della meccanica.

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