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Natale con un Tris d’Assi

In questo periodo natalizio, il balletto è uno degli spettacoli più seguiti, anche perché affascina spesso grandi e piccini e può essere goduto da tutta la famiglia. Mentre al Teatro dell’Opera di Roma ha enorme successo il nuovo allestimento di uno spettacolo tradizionale, Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che si replica dal 20 dicembre all’8 gennaio, per due serate gli appassionati del genere hanno potuto assistere, all’Auditorium di Via della Conciliazione, ad un vero e proprio Tris d’Assi.

Una serata di balletto tagliata su misura per Svetlana Zacharova (la più nota ballerina del momento), il suo partner, nell’arte e nella vita, Vadim  Repin, e l’Orchestra Giovanile Cherubini, creata da Riccardo Muti dopo una severa selezione dei giovani talenti. Lo spettacolo è parte di una tournée in Italia. A Roma lo hanno portato all’Auditorium di Via della Conciliazione e la Fondazione Roma-Arte e Musei, con il supporto di altri sponsor quali Daniele Cipriani Entertainement, Invitalia, la Regione Lazio. Lo spettacolo è parte di un festival, promosso dalla Fondazione Roma- Arte e Musei, intitolato Tersicore, che porta nella capitale, tra dicembre e marzo, quattro grandi spettacoli coreutici di livello internazionale.

Lo spettacolo del Tris d’Assi si chiama Pas de Deux for Toes and Fingers ed è per molti aspetti l’opposto de Lo Schiaccianoci  del Teatro dell’Opera, attualizzato ai giorni nostri e con una coreografia ovviamente differente di quella del 1892, quando il terzo ed ultimo balletto di Čajkovskij debuttò a San Pietroburgo. In Pas de Deux for Toes and Fingers (un’ora e mezza serrata senza intervalli) c’è solo una piccola concessione: l’ultimo dei novi numeri – intitolato Scherzo Fantatico, su musica di Antonio Bazzini – un compositore e violinista italiano nato nel 1818 e morto del 189 –  sta quasi non solo a divertire ma a dimostrare quanto moderna fosse la musica del BelPaese alla fine del Diciannovesimo Secolo. Gli altri otto sono rigorosamente classici: si alternano momenti unicamente musicale (brani di concerti per violino ed orchestra) con numeri di balletto in cui Svetlana Zakharova, affiancata da tre ballerini russi (Vajčeslav Lopatin, Mikhail Lobukhin e Vladimir Varnava) ed uno danese (Johan Kobborg), svela la grande tradizione del balletto russo, utilizzando però partiture di autori non russi come Tomaso Albinoni, Felix Mendelssohn, Arvo Pârt, John Williams e Camille Saint-Saens. Una grande idea per mostrare come la “cultura della danza classica russa” nelle sue versioni più pure, abbia plasmato altre culture.

Svetlana Zakharova, con i suoi passi perfetti e la sua estrema eleganza, lancia un testimone alle giovani generazioni.

 

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