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Banca Marche, Banca Etruria, Tercas. Ecco il carteggio fra Bruxelles e Tesoro

La Commissione europea ha bocciato, giudicandolo un aiuto di Stato, l’intervento di sostegno effettuato, nel 2014, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) in favore della Banca Tercas, in relazione all’acquisizione di questa da parte della Banca Popolare di Bari.

Annunciando la decisione della Commissione il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha detto che “a seguito di una indagine approfondita, la Commissione ha concluso che tale intervento costituisce un aiuto di Stato non compatibile con la disciplina europea”.

LA SPIEGAZIONE DELLA COMMISSIONE

Nel memorandum pubblicato a Bruxelles la Commissione europea ha spiegato in modo dettagliato la propria decisione sul caso della Banca Tercas, la stessa argomentazione che la Commissione ha usato per bloccare la misura che nel novembre scorso stava preparando il governo per ristrutturare Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti.

“Perché l’uso di fondi del sistema obbligatorio di garanzia dei depositi italiano a sostegno di Banca Tercas costituisce un aiuto di Stato incompatibile? L’istituzione di sistemi di garanzia dei depositi – risponde la Commissione – è stabilita dal diritto dell’Ue per garantire il risarcimento dei titolari di depositi in caso di liquidazione e di uscita dal mercato di una banca. Ciò non solleva questioni relative agli aiuti di Stato. Tuttavia – puntualizza l’Esecutivo comunitario – se un sistema obbligatorio di garanzia dei depositi interviene spingendosi oltre la funzione di rimborso dei titolari di depositi per sostenere le stesse banche in difficoltà, possono applicarsi le norme sugli aiuti di Stato dell’Ue”.

Questo perché “i fondi provenienti da fonti private costituiscono aiuti di Stato se sottoposti a controllo pubblico prima di essere concessi a un’impresa specifica e la relativa decisione è imputabile allo Stato: si tratta di un principio consolidato della giurisprudenza dell’Ue. Il ragionamento – argomenta la Commissione – è semplice: se non venisse applicato questo principio, sarebbe facile aggirare il controllo Ue degli aiuti di Stato e le garanzie ivi previste per i contribuenti e le eque condizioni di concorrenza”.

“Un aspetto importante – secondo l’Antitrust comunitario – è che i fondi che costituiscono aiuti di Stato possono comunque essere utilizzati per sostenere una banca in difficoltà, purché le misure rispettino le condizioni previste dalle norme Ue sugli aiuti di Stato e dalla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (Brrd)”.

“Nel caso di Banca Tercas – si legge ancora nel documento -, dopo un’indagine approfondita la Commissione europea ha concluso che l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) comporta un aiuto di Stato che ha conferito a Banca Tercas un vantaggio rispetto ai suoi concorrenti”.

L’Esecutivo comunitario elenca quindi le ragioni che lo hanno portato a questa conclusione. Innanzitutto, “lo Stato ha il controllo dei fondi”, perché “il Fitd è finanziato mediante contributi di banche private prescritti dal diritto nazionale.
L’adesione al Fitd e il contributo ai suoi interventi hanno carattere obbligatorio per le banche commerciali italiane”.

In secondo luogo, “la decisione di sostenere Banca Tercas è imputabile allo Stato: il Fitd opera con un mandato pubblico ed è controllato dallo Stato attraverso la sua struttura di ‘governance'”, e inoltre “la decisione di concedere l’aiuto è stata esplicitamente approvata dalla Banca d’Italia”.

Le misure di aiuto a favore di Banca Tercas non erano compatibili con le norme Ue sugli aiuti di Stato, conclude la Commissione, “perché l’Italia non ha presentato un piano di ristrutturazione, i principi di ripartizione degli oneri (‘burden-sharing’) non sono stati rispettati e le distorsioni della concorrenza derivanti dall’aiuto non sono state sufficientemente limitate”.

Tuttavia, l’Antitrust comunitario suggerisce una via d’uscita, corrispondente alla soluzione che il governo ha già indicato di voler seguire nel caso Tercas: se le altre banche decidono “di porre in essere un meccanismo completamente privato, ricorrendo a fondi messi a disposizione dal settore privato su base volontaria e senza alcuna ingerenza dello Stato, non si pongono questioni relative agli aiuti di Stato. Questa soluzione esula dal campo di applicazione del controllo Ue sugli aiuti di Stato”.

Ora, ad esempio, “sembra che il Fitd abbia chiesto ai suoi membri se sarebbero disposti a sostenere Banca Tercas su base volontaria e senza alcun coinvolgimento delle autorità italiane. In queste circostanze – conclude la Commissione -, i fondi non sarebbero considerati un aiuto di Stato a favore di Banca Tercas”.

IL COMMENTO DEL MEF

“La Commissione europea – ha commentato il Mef – modificando il proprio orientamento, ha parificato l’intervento del FITD a una misura di supporto pubblico. Infatti la Commissione europea ha ritenuto, nonostante che il FITD sia costituito da risorse private, che i suoi interventi siano imputabili allo Stato italiano in ragione dell’approvazione ex post da parte della Banca d’Italia delle decisioni che li dispongono e dell’obbligatorietà dell’adesione al Fondo. Affinché l’intervento del Fondo, qualificato come aiuto di Stato, potesse essere considerato compatibile con la disciplina europea, sarebbe stata necessaria la previsione di misure di contenimento della distorsione alla concorrenza, tra le quali, in particolare, la condivisione degli oneri da parte dei detentori di obbligazioni subordinate (c.d. burden-sharing)”.

“Il FITD – ha aggiunto il Ministero – anche su suggerimento e impulso del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha istituito un meccanismo completamente volontario, con una gestione distinta da quella con cui sono assunte le decisioni a tutela dei depositanti, e finanziato con risorse diverse dalle contribuzioni obbligatorie. Il meccanismo volontario, per definizione non assoggettabile ai vincoli previsti per gli aiuti di Stato, provvederà a replicare il precedente intervento, restituendo alla Banca Tercas l`intero ammontare delle risorse che questa dovrà retrocedere al FITD in esecuzione della decisione della Commissione”.

“L’intervento del meccanismo – ha concluso il Mef – garantirà la piena continuità finanziaria e operativa di Banca Tercas, neutralizzando le conseguenze negative della decisione della Commissione europea”.

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