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Poste Italiane, come avanza la liberalizzazione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La Delibera 621/15/CONS emessa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom) incide in modo sostanziale e positivo sulla liberalizzazione del mercato postale in Italia. A breve, infatti, Poste Italiane sarà chiamata a ridefinire, orientandole ai costi effettivamente sostenuti, le condizioni economiche di restituzione degli invii affidati ad altri operatori postali ma rinvenuti nella rete di Poste Italiane, come richiesto da Globe Postal Service – con apposita istanza all’Autorità di regolazione – ma di interesse per tutti gli operatori postali privati.

La prima forma di apertura in questo ambito risale al 2013, quando la Delibera AgCom 385/13/CONS ha richiesto a Poste italiane di includere nelle condizioni generali di servizio l’attività di restituzione della corrispondenza di proprietà altri operatori postali: al tempo però, nonostante si parli di soli due anni fa, la regolamentazione introdotta dava semplice attuazione ai principi di derivazione comunitaria a tutela del consumatore finale, lasciando alla libera contrattazione tra le parti la definizione delle condizioni e dei termini di restituzione.

Come riporta altresì la Delibera 621/15/CONS, di oltre 3000 operatori postali privati attivi in Italia soltanto sei hanno concluso accordi con Poste Italiane in questa direzione; a far data dal 2014, poi, Globe Postal Service (operatore new comer impegnato nel segmento retail per la postalizzazione nazionale ed internazionale di cartoline turistiche) manifestava a Poste Italiane l’oggettiva impossibilità di negoziare alle condizioni già esistenti un accordo commerciale sostenibile a tutela non soltanto dei consumatori finali ma, soprattutto, dell’intero mercato postale privato nell’ottica di una sana liberalizzazione.

Richiesto, pertanto, un intervento dell’Autorità, il procedimento ha avuto come risultati la pubblicazione di una Delibera cautelativa a salvaguardia del mercato postale nazionale e dei consumatori (n. 564/14/CONS), la redazione di benchmark internazionali e, da ultimo, l’avvio di una consultazione pubblica sull’argomento (n. 287/15/CONS) poi sfociata nella summenzionata Delibera n. 621/15/CONS che, di fatto, ha constatato come “Ciò che può essere conveniente per un operatore, non lo è per altri” (pag. 9). L’operato dell’Autorità sino ad oggi, pertanto, ha permesso in primis un rafforzamento del mercato postale italiano in termini di tutela crescente del consumatore finale, in continuità con quanto richiesto dall’Unione Europea; inoltre, a differenza del 2013, l’Autorità ha operato una rivisitazione delle dinamiche intrinseche del mercato medesimo introducendo, per la prima volta, il concetto di differenziazione tra operatori postali in base alla tipologia di servizio offerto ed alla clientela di riferimento, ammettendo la coesistenza di mail box di impostazione appartenenti a Poste Italiane ma anche ad altri operatori postali privati.

Su questo, la posizione assunta da GPS nei riguardi di Poste Italiane ha posto le basi per arrivare alle conclusioni della Delibera n. 621/15/CONS, ovvero richiedere all’ex monopolista una rivisitazione delle sue condizioni generali di servizio, di prevedere diverse metodologie per la restituzione della corrispondenza di proprietà di altri operatori postali rinvenuta nella propria rete ed anche due sistemi tariffari di pagamento a scelta dell’operatore, aspetto quest’ultimo, ripreso dal codice postale vigente nel Regno Unito.

Una maggiore possibilità di scelta offerta ai privati, in linea con quanto accade in uno dei Paesi più liberalizzati d’Europa, significa da un lato legittimare ancora oggi, a ragion veduta, il ruolo centrale di Poste Italiane nel mercato nazionale di riferimento ma dall’altro, si fa in modo che tale centralità non sia d’ostacolo allo sviluppo di una sana liberalizzazione, agevolando quindi la collaborazione e la comunicazione tra l’ex monopolista e tutti gli operatori postali privati.

Non è possibile negare l’evoluzione ed il cambiamento che il mercato postale nazionale sta vivendo, con l’Autorità delle comunicazioni chiamata a svolgere un ruolo di arbitro sempre più pregnante, affinché sia lasciata al consumatore finale la possibilità di scelta del servizio da utilizzare, secondo parametri di innovazione, affidabilità, qualità e prezzo.

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