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Cosa dirà (e cosa dovrebbe dire) Renzi in Africa su migrazioni e sicurezza

terrorismo

Non sarà solo l’economia a guidare i colloqui tra Matteo Renzi e i capi di Stato e di governo di Nigeria, Ghana e Senegal, che il premier italiano incontrerà da oggi fino a mercoledì. Con i leader dei Paesi africani, l’inquilino di Palazzo Chigi discuterà anche di due dossier all’ordine del giorno in entrambi i continenti: sicurezza e terrorismo islamico, e migrazioni.

COOPERAZIONE DA RAFFORZARE

Per il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare e oggi presidente della Fondazione Icsa (autrice di una serie di rapporti se entrambe le tematiche) gli intenti del governo, che ha annunciato maggiori investimenti in cooperazione e sviluppo, vanno nella direzione giusta. “Il jihadismo e le migrazioni massicce – spiega l’alto ufficiale a Formiche.net – sono figli di una situazione socio-economica africana che, malgrado un’economia che mostra segni di vivacità, continua ad essere grave. Aumentare il sostegno a questi Paesi sarebbe prioritario. Renzi fa bene a sottolinearlo, anche se, mi duole constatare che Expo 2015, visto anche il tema, “Nutrire il pianeta”, sarebbe stata la cornice ideale per lanciare un piano mondiale di aiuti che aiutasse il continente a uscire dalla crisi storica in cui è attanagliato”. Secondo Tricarico, quel che servirebbe all’Africa è “un grande piano Marshall che oggi manca e che, portando sviluppo e ricchezza, taglierebbe alla radice” i problemi già citati. Una volta fatto ciò, argomenta, “anche noi avremmo importanti ritorni economici”.

IL TEMA DELLE MIGRAZIONI

Fin qui la questione economica. Ma il tema delle migrazioni, spiega Tricarico, va affrontato anche tecnicamente, sotto due aspetti. Uno è prettamente europeo: “Bisogna portare la questione della salvaguardia della vita in mare sotto la giurisdizione della Corte europea dei diritti umani, rendendo quindi sanzionabile chi omette di soccorrere chi è in pericolo di vita. Su questi presupposti, sarebbe più efficace promuovere politiche allineate con i valori umani e morali della Ue, elaborando uno schema tecnico-legislativo che preveda la costituzione di un’agenzia europea di ricerca e soccorso in mare (Eurosar), con standard tecnici e prestazioni minime vincolanti, senza affidare, come sinora accaduto, funzioni di soccorso ad organizzazioni continentali i cui compiti istituzionali sono finalizzati al pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della Ue”. L’altro, invece, sottintende a un controllo maggiore delle proprie frontiere da parte dei Paesi africani, che Renzi dovrebbe affrontare. “Il controllo dei confini è essenziale sia per fermare i migranti che poi arrivano a salpare dalla Libia sui barconi, sia per limitare i rischi di infiltrazioni terroristiche, oltre che a rendere molto più arduo il proseguire di altri tipi di traffici: in primo luogo umani, ma anche di armi e droga. Questo è senz’altro un tassello che l’Italia ha già messo con punto con progetti concreti che il nostro presidente del Consiglio potrà discutere nel suo tour africano”.

L’IMPORTANZA DELLA DIFESA

Essenziale in questo frangente, rileva il presidente di Icsa, è il mondo della difesa, sia istituzionale sia industriale. “Ad esempio Renzi si recherà in Nigeria, un Paese spaccato che ieri è stato colpito per l’ennesima volta dai jihadisti di Boko Haram. È evidente – rileva – che una delle precondizioni per creare il necessario equilibrio e i presupposti per lo sviluppo in questi Stati è la strutturazione della democrazia”. Governi stabili, sottolinea il generale, possono essere creati “solo attraverso istituzioni solide, tra le quali efficienti forze di polizia e sicurezza che garantiscano l’ordine democratico e un controllo puntuale”. In questo senso, “abbiamo molto da offrire non solo in termini di esperienza, ma anche di industria: un player come Finmeccanica potrebbe essere essenziale, ad esempio, per rafforzare questi Paesi”.

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