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Unicredit, Mps, Ubi, Carige. Ecco perché i mercati sbuffano per la mini bad bank

Il vero timore di fondi, più o meno speculativi, e dei gestori di portafoglio è uno in particolare: che nei bilanci di alcune banche italiane i crediti in sofferenza, sebbene già svalutati di circa il 60%, siano in realtà ancora sopravvalutati.

Il pensiero si consolida anche perché, ha scritto Giovanni Pons di Repubblica, “l’unico termine di riferimento in termini di prezzo è quello adottato dal meccanismo di risoluzione per le quattro banche salvate prima di Natale (Etruria, Cariferrara, Carichieti, Banca delle Marche) i cui crediti sono stati svalutati al 17,8% del valore nominale. Un numero che dall’inizio del 2016 si sta rivelando un vero incubo”. Infatti, se fosse realistico, “vorrebbe dire che nei bilanci delle banche italiane si aprirebbe un buco da oltre 40 miliardi. E il sistema creditizio vacillerebbe”.

L’IDEA

Ma la risposta a questo timore si chiama bad bank leggera, escogitata da Bruxelles e accettata dal Tesoro italiano. Peccato che operatori e analisti non la giudicano in grado di centrare gli obiettivi attesi. La garanzia Gacs alla quale le banche italiane possono ricorrere, nelle modalità flessibili che ritengono, non hanno entusiasmato analisti e operatori che si attendevano una sorta di bad bank sistemica più robusta, come ha notato su Formiche.net l’analista Giuseppe Sersale.

COME FUNZIONA

Il meccanismo ideato è già stato utilizzato tre anni fa dalla Spagna ma in quel caso il veicolo era stato finanziato con soldi pubblici e ciò ha permesso alle banche di ripulirsi una volta per tutte ricominciando a erogare prestiti all’economia reale. “Con le nuove regole – scrive Repubblica – ciò non è più possibile e il meccanismo partorito dall’accordo Padoan-Vestager assomiglia a un pannicello caldo”. Ogni banca potrà creare il proprio “veicolo” nel quale far confluire una parte dei propri crediti deteriorati da impacchettare e rivendere a terzi. Tutti gli inghippi della bad bank leggera sono stati analizzati su Formiche.net dall’editorialista Guido Salerno Aletta.

LE INCOGNITE

Ma il “veicolo” rimane di proprietà della singola banca e quindi con questo metodo non si ottiene il risultato di sgravare i bilanci dal gran peso delle sofferenze. Il beneficio che si ottiene con tale schema è minore anche perché si riduce a un leggero miglioramento del valore a cui le banche trasferiscono i propri crediti nel “veicolo” esterno. Oltre ai rilievi di natura teorica che sono stati spiegati dall’economista Chiara Oldani su Formiche.net.

IL PREZZO

Scrive Pons di Repubblica: “Il monte delle sofferenze da trasferire potrebbe essere pari a 40 miliardi. Ma se il mercato decidesse – come sembra voglia fare – che invece la svalutazione possa essere maggiore, le banche incasserebbero una “perdita” di almeno 10-15 miliardi .Questa perdita intaccherebbe il capitale e dunque e costringerebbe quelle più deboli a chiedere altri soldi agli azionisti e al mercato, passaggio non certo facile”.

LA GARANZIA

Ciò che permette di migliorare il prezzo di vendita delle sofferenze dalle banche al “veicolo” è la possibilità di acquistare una garanzia pubblica. Lo Stato, in sostanza , si fa carico della eventuale mancata restituzione dei prestiti. La garanzia può essere acquistata solo per le tranche senior e ha un costo di mercato. E’ questo il meccanismo che ci protegge dall’accusa di usare aiuti di Stato e ci ripara dalla procedura di infrazione Ue. Gli analisti stimano che questa garanzia possa costare tra 80 e 100 punti base. Inoltre le cartolarizzazioni senior sono comunque titoli meno liquidi: bisogna aggiungere un altro premio di 50-70 punti base.

CHE COSA DICE IL TESORO

Il Tesoro ha pubblicato alcuni dettagli tecnici sulla garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs). La Gacs «comprenderà una remunerazione in linea con quella di mercato per i rischi assunti dallo Stato e dipenderà dalla durata dei titoli garantiti», ha precisato il ministero dell’Economia in una nota. Alessandro Rivera, a capo della direzione finanziaria del Tesoro, ha inoltre precisato che «entro due mesi» sarà aperto lo sportello per offrire la garanzia alle banche. La Gacs avrà un prezzo stimato di circa 90 punti base nei primi tre anni, che salirà in seguito, mentre «il valore di cessione dei crediti è rimesso al negoziato tra le parti».

LE PAROLE DI RIVERA

Per il dirigente del Tesoro c’è comunque «un potenziale di upside notevole» rispetto alle svalutazioni decise per le quattro banche messe in risoluzione. In attesa di conoscere i testi legislativi del governo, le banche stanno valutando in questi giorni i costi del meccanismo (anche in termini di perdite patrimoniali e in conto economico) in proporzione ai benefici (la possibilità di smaltire le sofferenze). «Abbiamo già ricevuto molte domande da parte di potenziali investitori e anche le banche vogliono sapere come funziona la garanzia. Ci saranno sicuramente operazioni», ha detto Rivera a Reuters. «Non c’è al momento un limite massimo per le garanzie in quanto è prevista un’entrata netta per il bilancio dello Stato e quindi non ci sono necessità di copertura», ha aggiunto. Per avere la garanzia, le banche dovranno deconsolidare le sofferenze cedute, ovvero «devono cedere la tranche junior per almeno il 50%». Rivera ha detto che in una prima fase il meccanismo sarà «probabilmente limitato ai crediti verso le imprese, secured e unsecured», mentre si sta discutendo con la Bce sulla possibilità di portare le tranche senior come collaterale per i rifinanziamenti di Francoforte.

IL REPORT DI FITCH

Per Fitch, tuttavia, lo schema sulle sofferenze ha «una limitata capacità di migliorare in modo significativo la qualità dell’attivo del settore bancario italiano». Il costo «potrebbe essere alto e scoraggerà le banche meno redditizie, che sarebbero invece quelle che trarrebbero maggiori vantaggi dalle operazioni». Il meccanismo, secondo l’agenzia, «sarà probabilmente neutrale per i rating delle banche, perché ogni miglioramento nella qualità degli asset potrebbe essere controbilanciato da un impatto negativo sulla redditività e sugli indici patrimoniali».

GLI APPROFONDIMENTI DI FORMICHE.NET:

Ecco quali sono le vere sofferenze delle banche italiane. L’analisi di Guido Salerno Aletta
Ecco la migliore riforma per le Bcc. L’intervento di Marco Bindelli
Perché critico la garanzia pubblica Gacs sulle sofferenze bancarie. Il commento dell’economista Chiara Oldani
Banco Popolare, Monte dei Paschi e Carige. Perché la Gacs non eccita le banche in Borsa. Il commento di Giuseppe Sersale
Banco popolare, Carige e Ubi. Cosa è successo dopo l’intesa sulla Gacs. L’articolo di Francesco Ninfole
Unicredit, Ubi, Mps. Perché la genialata di Padoan e Vestager è un flop. L’articolo di Stefania Peveraro
Monte dei Paschi, Unicredit, Carige. Perché le banche cascano in Borsa. Il commento di Giuseppe Sersale
Tutta la verità sulle sofferenze delle banche italiane. L’analisi di Guido Salerno Aletta
Vi spiego tutti gli inghippi della bad bank stile Padoan e Vestager. L’analisi di Guido Salerno Aletta

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