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Cosa si è detto in Medio Oriente delle stragi Isis a Bruxelles

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Che cosa si è detto in Medio Oriente degli attentati di Bruxelles?

Sebbene in simili circostanze la portata delle manifestazioni di solidarietà da parte dei leader occidentali sia prevedibile – se non fosse per altro che almeno di fronte a tali tragedie quel sentimento comunitario di cui spesso si parla, ma di cui poco si dà dimostrazione, non può venire meno – lo stesso non si può dire quando le dichiarazioni provengono dalla regione mediorientale.

Sulle stragi di Bruxelles si sono espresse numerose personalità dell’area, politiche e non. I commenti, tuttavia, non si sono esauriti in messaggi di cordoglio, e spesso si sono rivelati un’ottima occasione per lanciare strali contro i propri nemici, secondo le regole imposte da quel gioco delle parti che è la centenaria contrapposizione tra Sciiti e Sunniti, la cui più evidente manifestazione si ha oggi nella guerra in Siria.

I COMMENTI DI GIORDANIA, BAHREIN, EGITTO E TURCHIA

“La posizione della Giordania è sempre stata di denuncia nei confronti del terrorismo e noi siamo solidali con i nostri amici in Belgio durante questi tempi difficili” – ha detto il ministro degli Esteri giordano Nasser Gouda – scrive il quotidiano egiziano Al Ahram. In conferenza stampa, Gouda ci ha tenuto a precisare, però, che gli stessi musulmani sono vittime del terrorismo e che nessuno è al sicuro dai terroristi.

Anche il ministro degli Esteri del Bahrein ha espresso la propria solidarietà con il Belgio, affermando che il paese si schiera al fianco del Belgio contro tutte le forme di violenza, estremismo e terrorismo, riporta il quotidiano egiziano.

Simili, ma meno di prammatica, le dichiarazioni del ministro degli Esteri egiziano Abu Zeid, secondo cui sono necessarie misure efficaci e veloci, a livello internazionale, per arrestare il finanziamento al terrorismo. Secondo Abu Zeid, poi, bisogna combattere la macchina del terrore anche a livello ideologico, per evitare che la radicalizzazione dei singoli proliferi.

Anche i vertici politici della Turchia, anch’essa scossa da recenti e violente ondate di terrore, hanno commentato i fatti di Bruxelles. “Io condanno l’attacco. Questo mostra ancora una volta il volto del terrorismo globale, che ha preso forma questa mattina a Bruxelles, ed esprimo le mie condoglianze al governo e al popolo del Belgio”, ha affermato il Presidente Davatoglu, che ha colto l’occasione per ricordare che le vesti del terrorismo sono molteplici. “Invito il genere umano ad agire contro ogni forma di terrorismo, incluso quello del PKK e del DHKP-C”, si legge su Al Ahram.

LE ACCUSE DI SIRIA ED HEZBOLLAH

Anche il governo siriano ha detto la sua suagli attentati di Bruxelles: accuse nei confronti dei propri avversari politici, piuttosto che espressioni di solidarietà per il popolo belga. Come riporta il Middle East Media Research Institute, il regime di Bashar al Assad – solito accusare gli Stati Uniti, l’Europa e l’Arabia Saudita di supportare i ribelli siriani – ha affermato che gli attacchi di Bruxelles, così come quelli che li hanno preceduti, sono il risultato “dell’errata politica” condotta dagli USA e dai paesi europei, che spalleggiano il terrorismo foraggiato da Arabia Saudita, Turchia e Israele,

Simile il punto di vista di Ali Nasrallah, editorialista per Al-Thawra – quotidiano ufficiale in lingua araba del regime di Damasco – che ha detto: “Tutti i parlamenti d’Europa dovrebbero perseguire i loro stessi governi per le politiche di tolleranza che adottano nei confronti del regime Erdogan, affiliato alla Fratellanza musulmana”. Ancora “questo terrorismo non si sarebbe diffuso se non avesse avuto il lasciapassare degli Stati Uniti e non avesse ricevuto gli incentivi dell’Occidente, che incoraggia Israele a mettere le proprie competenze al servizio del Qatar, Arabia Saudita e Turchia al fine di rafforzare Al-Qaeda, Jabhat Al-Nusra e l’IS”.

Alla Siria si accoda l’Hezbollah libanese che, come si legge in un articolo del Middle East Media Research Institute, afferma: “La responsabilità per questi crimini […]dipende dai takfiris e dalle forze regionali e internazionali che forniscono al terrorismo supporto morale e materiale […] Sfortunatamente il mondo intera conosce la fonte di questo pericolo e da dove ne provengono i finanziamenti, tuttavia, le superpotenze continuano a supportare e difendere i paesi che sponsorizzano ed esportano il terrorismo”.

LE RISPOSTE DELL’ARABIA SAUDITA

L’Arabia Saudita non sta a guardare e, nel dire la sua sugli attentati di Bruxelles, risponde alle accuse mossegli dal fronte sciita.

In un editoriale pubblicato il giorno dopo il massacro dal quotidiano ufficiale di casa Sa’ud, Al Riyadh, si legge: “La guerra al terrorismo implica non solo fronteggiare i terroristi in Iraq e Siria […] ma anche dare la caccia a coloro che gli garantiscono protezione all’interno del proprio territorio, alimentano il fuoco del settarismo e supportano i terroristi. I terroristi alimentano l’odio tra la popolazione e spingono i Siriani e gli Iracheni ad abbracciare l’estremismo […] Ciò è accaduto e continua ad accadere sia in Siria che in Iraq, paesi controllati entrambi dall’Iran […] Fallire nel fronteggiare l’Iran metterà l’intera regione di fronte a scenari difficili e a continui attacchi terroristici, come quelli a cui abbiamo assistito a Istanbul e Bruxelles.”

Come si legge in un articolo del Middle East Media Research Institue, gli oppositori del regime siriano, supportati da Qatar e Arabia Saudita, hanno lanciato su Twitter l’ashtag “gli attacchi di Bruxelles sono un prodotto di Assad”. Il conduttore di Al Jazeera, Faisal Al-Qassem, ha twittato: “Ricordate le minacce del mufti di Bashar al-Assad, Ahmad Hassoun, di inviare kamikaze in Europa? Bashar ha per caso messo in atto le minacce di Ahmad Hassoun?”

AL-AZHAR E IL GCC

Abdullatif al-Zayani, Segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo – organizzazione internazionale che comprende Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti – ha annunciato, in una dichiarazione ufficiale, che l’organo è pronto ad offrire il proprio supporto al Belgio, riporta il quotidiano Iran Daily.

Voci si sono levate anche dalla massima autorità religiosa egiziana – nonché uno dei principali luoghi di insegnamento religioso dell’Islam sunnita – l’Università di Al-Azhar, che ha sollecitato la comunità internazionale ad agire. “Se la comunità internazionale non si unisce nel confrontare questa epidemia, i corrotti non smetteranno di commettere efferati crimini contro gli innocenti”, scrive Iran Daily.

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