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Che cosa penso delle lacrime al vento di oggi sulla strage a Bruxelles

bruxelles, aeroporto, zaventem, attentato
Non ci sono parole per l’ipocrisia e la sfacciataggine di queste ore. L’Europa e tutti i suoi leader dovrebbero dimettersi di corsa e dichiarare la propria incapacità e omissione.
Come leggere diversamente le lacrime da coccodrillo della pur brava Mogherini? Come commentare i tweet di Juncker? L’assurdo e macabro continente che gioca al lunapark dei diritti per tutti, della tolleranza per ciascuno, della antidiscriminazione sino all’abolizione delle minime differenze e specificità di persone, culture, tradizioni, storie e persino religioni?
Quanti morti dovremo ancora piangere prima di prendere coscienza della fine del multiculturalismo d’accatto, promosso dalla sinistra europea, pagato dagli interessi finanziari, fondato sulla rivoluzione sessuale che impone la sterilità alle donne occidentali? Quanti morti innocenti prima di sventrare il sogno illusorio di non essere in guerra?
Quante altre tragedie che colpiscono cittadini inerti prima di passare dall’invocazione di eterei ‘valori europei umanisti’, fantasmagoriche bazzecole spiritiste a quel semplice riconoscimento del Dio cristiano e del cristianesimo che ha portato in Europa la ‘dignità umana’ oggi vilipesa e fatta a brandelli?
Il sorriso con il quale il Premier Michel ha commentato i fatti accaduti a Bruxelles fa il pari con la comicità tremenda dell’idea del sindaco di Parigi Hidalgo di illuminare con i colori belgi la Torre Eiffel. Oggi non hanno colpito il cuore dell’Europa, hanno colpito la città delle istituzioni europee. Il cuore dell’Europa è a Roma, in Vaticano. Così pensano nel califfato, ignari della situazione europea ormai abbandonata nelle braccia dei poteri esoterici e finanziari.
Oggi sarebbe dovuto essere il giorno di una riunione urgente del Consiglio Europeo, un urgente incontro per decidere il da farsi, non quello dei tweet di cordoglio e putridi richiami a valori e solidarietà tanto inconsistenti quanto indefiniti. Piangeremo altri morti e lo faremo per tanti altri giorni ancora, fino a quando non usciremo dalla menzogna della nostra falsa coscienza, dall’illusione di non essere in guerra e riscopriremo chi siamo noi europei e perché valga la pena di combattere per il nostro futuro.
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