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Vi ricordo i silenzi assordanti sul Davigo di Mani Pulite

Piercamillo Davigo

Credo che nessuno oggi sia in grado nella vita pubblica di avere una tale purezza da consentirsi di dire all’altro: sei disonesto o onesto. Vale bene la massima evangelica: “..chi non ha peccati scagli la prima pietra”. Diverso è il discorso sull’amministrazione della giustizia nei confronti degli esponenti politici, indagati per reati contro la pubblica amministrazione. Infatti, la magistratura in tutta Italia continua la sua azione per accertare responsabilità di reati commessi a Venezia, Milano, Roma, Potenza, Napoli e in altre città minori della nostra penisola. Il troppo stroppia sempre.

Le recentissime dichiarazioni al Corriere del dottor Piercamillo Davigo sulla persistente corruzione dei politici hanno fatto scatenare catoni e vestali della moralità pubblica per contestare, condannare, censurare le affermazioni del magistrato. La frase incriminata è: “I politici continuano a rubare, ma non si vergognano più”.

Davigo, attuale presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, giudice in Cassazione, ma già pubblico ministero alla procura della Repubblica di Milano, durante la memorabile e inumana esperienza negli anni 1992-94 fu protagonista del pool di Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D’Ambrosio, Gherardo Colombo, e dulcis in fundo Antonio Di Pietro contro il CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). In quel tempo, animato dagli stessi propositi di moralizzatore estremo della vita pubblica e non dallo spirito neutro dell’applicazione della legge giusta Davigo ebbe ad affermare, parlando anche a nome dei colleghi del pool: “rivolteremo l’Italia come un calzino”. Non ricordo, per la verità, prese di distanza, smentite clamorose né aggressioni contro il collega da parte della magistratura, militante e non. Neppure ricordo reazioni scomposte del mondo della sinistra di scaturigine comunista come Veltroni, Violante, Rondolino o Velardi, né della destra MSI dell’epoca. Anzi, in tanti acconsentirono se non addirittura applaudirono al dire di Piercamillo Davigo, perché quelle parole erano utili a distruggere i partiti al governo e ad aprire le porte del potere ai potenziali successori ex-comunisti. La solita storia della teoria stalinista: compagni sempre innocenti, nemici sempre colpevoli.

Oggi che anche i comunisti sono al potere, la musica è cambiata. Le fazioni in campo hanno cambiato collocazione, ma difronte all’evidenza, chi fa parte della classe dirigente politica del Paese prenda atto che la transazione è diventata ormai prassi ordinaria, senza confini tra lecito e illecito. Non è una scelta giusta né apprezzabile. La politica deve reggersi su idee, programmi, proposte caratterizzati soprattutto dal punto di vista etico, e l’etica in politica si realizza solo se si ha sempre lo sguardo rivolto verso il bene comune.

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