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Corruzione, quanto è diffusa in Italia e nel mondo (e come combatterla)

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“Gli attori della politica devono aggiungere la consapevolezza che la corruzione in quell’ambito è più grave, perché nell’impegno politico si assume un duplice dovere di onestà per sé e per i cittadini che si rappresentano”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciate ieri durante l’inaugurazione dell’anno della Scuola superiore della magistratura. “Dobbiamo continuare – ha proseguito il capo dello Stato – a spezzare le catene della corruzione che va combattuta senza equivoci e senza timidezze. Occorre una grande alleanza tra forze sane per sviluppare gli anticorpi necessari”. Secondo un sondaggio condotto da EY a livello mondiale tra i top manager, in Italia la corruzione è un problema percepito dal 56% degli intervistati.

I NUMERI DEL SONDAGGIO

Secondo il sondaggio “Cattiva condotta aziendale – conseguenze per i soggetti coinvolti” condotto da EY, il 39% degli intervistati, a livello globale, ritiene che le pratiche corruttive siano ampiamente diffuse nel proprio Paese, rimanendo in linea con i risultati degli anni precedenti (38% nel 2014 e nel 2012). Sempre a livello mondiale è emerso che il 32% degli intervistati ha riscontrato dei casi di frode e corruzione all’interno della propria azienda.

In Italia il 56% percepisce ancora come ampiamente diffuso il fenomeno della corruzione, mentre la protezione dei dati – tema centrale per la gestione delle minacce informatiche (noto anche come cybercrime) – a livello mondiale viene percepita come rischio solo dal 47% degli intervistati, percentuale che scende al 38% in Italia. Inoltre, in Italia la lealtà verso la propria azienda (16%) o verso gli stessi colleghi (16%) ostacola il ricorso da parte degli intervistati alle whistleblowing hotlines come strumento per combattere la corruzione.

MAGGIORE TRASPARENZA

Dall’indagine, svolta tra ottobre 2015 e gennaio 2016 in 62 Paesi su un campione di circa 3.000 responsabili aziendali, emerge una forte adesione al rafforzamento della trasparenza nel riconoscimento della titolarità effettiva, con il 91% degli intervistati che ritiene importante identificare i proprietari effettivi delle società con cui conducono affari.

LA RISPOSTA ALLE CRISI GEOPOLITICHE

Inoltre lo studio ha rilevato una diffusa esigenza di maggiore trasparenza in risposta all’aumento delle tensioni geopolitiche e della volatilità dei mercati finanziari. La crescente minaccia del cybercrime, dei finanziamenti al terrorismo e, più recentemente, la diffusione dell’utilizzo illecito delle giurisdizioni offshore, hanno incrementato la pressione a cui sono sottoposti i governi e le aziende rispettivamente per intervenire ed identificare e mitigare il rischio di frode e corruzione.

IL COMMENTO DI FABRIZIO SANTOLIA DI EY

Fabrizio Santaloia, National Leader EY Fraud Investigation and Dispute Services, ha commentato: “La regolamentazione delle pratiche anti-corruzione si sta concentrando sull’analisi delle terze parti e di conseguenza i business leaders sono sempre più focalizzati sulla conoscenza dei clienti, partner e fornitori con i quali conducono affari. Inoltre la cooperazione internazionale tra i regulators per combattere frodi e corruzione si sta sempre più rafforzando, ma la percezione di una diffusione delle irregolarità nelle aziende rimane elevata e le organizzazioni continuano ad essere esposte a rischi rilevanti. Una risposta efficace è rappresentata dall’utilizzo delle tecnologie di forensic data analytics, sia per la gestione dei rischi di frode e corruzione sia per rafforzare il livello di compliance all’interno delle aziende”.

Leggi qui il report completo (pdf)

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