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Vaticano, cosa dice il rapporto dell’Aif su Ior, fisco e riciclaggio

Il nuovo quadro regolamentare per il contrasto al riciclaggio di denaro sporco e al finanziamento del terrorismo internazionale, avviato da Benedetto XVI è entrato in una fase di “effettivo funzionamento”. A dirlo ieri è stata l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano che ha presentato il Rapporto Annuale sull’attività di informazione finanziaria e di vigilanza per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, alla presenza del presidente René Brülhart, e del direttore Tommaso Di Ruzza.

Le novità? Cresce il numero delle segnalazioni di attività sospette, 544 nel 2015, aumenta la collaborazione con gli altri Paesi, estinti tutti i conti presso lo Ior (Istituto per le opere di religione) che non corrispondono più ai nuovi criteri sulla attività finanziaria.

DI COSA SI OCCUPA 

Istituita da Papa Benedetto XVI con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio del 30 dicembre 2010, all’Autorità di informazione finanziaria compete la vigilanza e l’intelligence in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, nonché la vigilanza in materia prudenziale.
Parlando su Vatican Insider delle competenze dell’Aif, Iacomo Scaramuzzi ha precisato, citando le parole del direttore Di Ruzza, che “la congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli (Propaganda fide) ‘non rientra tra i soggetti vigilati dall’Aif’. E anche l’Apsa, si legge nel rapporto, il dicastero vaticano sottoposto alla vigilanza dell’autorità finanziaria nel corso del 2015 oltre allo Ior, ‘è fuoriuscita dall’ambito di competenza dell’Aif a termine del 2015’ perché, in seguito ad un’attività di vigilanza iniziata nel 2012 e culminata con una ‘ispezione in loco’ ora non può più configurarsi come un ‘ente che svolge professionalmente attività di natura finanziaria’ ma ricade ‘sotto il regime di vigilanza stabilito da Papa Francesco’”.

LE SEGNALAZIONI

“Il sistema di segnalazione è stato consolidato e, nei tre anni passati, sono stati trattati dall’Aif 893 Segnalazioni di Attività Sospette (SAS)”, si legge in una nota della Santa Sede. In particolare nel 2015 l’Autorità d’Informazione Finanziaria (Aif) del Vaticano ha ricevuto 544 segnalazioni di attività sospette, triplicando le 147 registrate nel 2014), mentre nel 2013 erano state 202.

LE RAGIONI DELL’INCREMENTO

“L’incremento delle SAS non è stato determinato da un maggior numero di potenziali attività illecite, ma da diversi fattori, come la conclusione della procedura di chiusura dei rapporti non più conformi alla legislazione vaticana e alle politiche adottate dagli enti vigilati, il monitoraggio delle attività degli utenti nell’ambito dei programmi di collaborazione volontaria in materia fiscale avviati da Stati esteri, nonché, in generale, il rafforzamento dei sistemi di segnalazione e la crescente consapevolezza degli obblighi di segnalazione da parte degli enti vigilati”, ha sostenuto il direttore dell’Aif.

INDAGINI E COOPERAZIONE

Nel 2015 – si legge nel Rapporto – sono stati inviati 17 rapporti al Promotore di Giustizia Vaticano per ulteriori indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria. Il numero di casi di cooperazione bilaterale tra l’AIF e le Autorità competenti estere è cresciuto da 4 nel 2012 a 81 nel 2013 a 113 nel 2014 fino a 380 nel 2015.
Il numero di dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in uscita al di sopra di 10.000 euro si è ridotto a partire dal 2012, costantemente da 1.782 (2012) a 1.557 (2013) e 1.111 nel 2014 ed è rimasto stabile nel 2015 (1.196).
L’Aif comunica anche che le dichiarazioni transfrontaliere di denaro contante in entrata sono diminuite da 598 (2012) a 550 (2013) a 429 nel 2014 fino a 367 nel 2015. “Ciò è dovuto ad un crescente monitoraggio da parte delle autorità competenti e all’introduzione di procedure rafforzate per gli enti vigilati”, si legge nel comunicato ufficiale.

4800 CONTI CHIUSI ALLO IOR

“Il lavoro dell’Aif ha riguardato ovviamente anche lo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione impropriamente chiamato “banca vaticana””, ha scritto Paolo Rodari su La Repubblica. Riguardo allo Ior, il Rapporto Aif riferisce che nell’ottobre 2015 si è concluso il rapporto di revisione ed estinzione dei rapporti, che ha portato all’estinzione di 4.800 conti. “Tutti i rapporti non conformi al quadro regolamentare vaticano vigente e alla politica sull’utenza adottata dallo Ior”, ha detto Di Ruzza.

ECCO LE FOTO DEL RAPPORTO ANNUALE DI AIF

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